Meloni: “Basta Dpcm, si torni a normalità democrazia”

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“Basta Dpcm, si torni alla normalità della democrazia”. E’ questo il pensiero di Giorgia Meloni dopo il varo del nuovo Dpcm del governo Draghi con le misure anti Covid valide dal 6 marzo al 6 aprile.

“Accolgo il segnale positivo e ribadisco che saremo a disposizione con le nostre proposte. Ma per ora nei contenuti quello che Draghi sta facendo mi sembra molto simile a quello che faceva Conte. A partire dall’ennesimo Dpcm che tutti speravamo di non vedere più. La discontinuità non è una semplice nomina, si vede nei fatti”, dice la leader di Fratelli d’Italia in un’intervista al Corriere della Sera.

Meloni plaude alla sostituzione di Domenico Arcuri, dicendo che “è stata tra le prime cose che ho chiesto al capo del governo. Noi mandammo subito a Draghi documenti e dossier sull’opacità e i disservizi della gestione commissariale, che ha avuto punte surreali come sul caso delle mascherine ma anche con lo scandalo dei padiglioni vaccinali con i fiori, che giustamente Draghi ha bocciato. Benissimo, ma è il minimo sindacale”.

“So che ci vuole tempo, e apprezzo che qualche passo si sia compiuto”, riconosce Meloni, che riguardo le nomine del nuovo capo della Protezione Civile Curcio, di quello per l’emergenza, il generale Figliuolo, e di Gabrielli ai servizi afferma che “la provenienza non è di per sé garanzia di successo per ruoli così delicati, ma le persone scelte sono certamente di assoluta rilevanza nel proprio campo e siamo a loro disposizione. Speriamo possano rompere finalmente i ponti col passato”.

“Vedo ancora segnali preoccupanti – rimarca -. Agire ancora con Dpcm come si è appena fatto anziché coinvolgere il Parlamento è il contrario di ciò che ci aspettavamo. Ormai l’emergenza dopo un anno è diventata quasi ‘normalità’. Bisogna tornare alle procedure ordinarie in democrazia. È presto, ma nei fatti per ora, domina la continuità con le politiche di Conte. D’altronde se si confermano ministri del precedente governo in posti chiave, come Speranza alla Salute, che scarto ci si può attendere? Mi aspettavo e mi aspetto ancora che si cambi la politica surreale delle chiusure a cena dei ristoranti aperti a pranzo mentre si consente che gli anziani si accalchino in file vergognose per il vaccino anziché prevedere un servizio efficiente a domicilio, visto che sono la categoria più fragile e colpita. Mi aspetto che si affronti il tema che poniamo da un anno dei mezzi pubblici strapieni, vero vettore di contagio, altro che le palestre. Mi aspetto trasparenza sui dati del Cts, che limitano le libertà individuali. E che si cambi quello che non ha funzionato, visto che dopo un anno stiamo ancora in emergenza come nel marzo scorso”.