Migranti: Pd, serve nuovo patto europeo, risposte nazionali inadeguate

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Nell’ultimo anno l’Unione europea ha fatto dei passi in avanti importantissimi in termini di integrazione a causa della pandemia.

Abbiamo imparato, finalmente, che a sfide globali devono corrispondere risposte europee. C’è però una sfida globale che non ha ancora una risposta europea, ed è la sfida delle migrazioni. Di fronte all’ennesima tragedia, ultima in ordine di tempo quella che ha visto disperse centotrenta persone, non basta dire che è uno scandalo. Servono delle risposte vere, che parlino di una missione europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, dei corridoi umanitari finalmente europei e non solo italiani. Per queste ragioni abbiamo chiesto alla ministra Lamorgese di indicare al Parlamento a che punto sono i negoziati sul Patto per le migrazioni in ambito europeo, e quando vedremo finalmente un Next generation EU anche sul tema delle migrazioni”. Lo ha dichiarato Lia Quartapelle, capogruppo Pd in commissione Esteri e responsabile nazionale Pd per Europa, Affari Internazionali e Cooperazione allo Sviluppo, durante il question time alla Camera.

Nella replica, affidata a Piero De Luca, vicepresidente del Gruppo Pd, si è evidenziato come “le politiche migratorie rappresentano un tasto dolente dell’attuale azione europea. Una grande responsabilità ricade ovviamente su numerosi Stati membri che si sono opposti negli anni all’approvazione di norme ispirate a princìpi di solidarietà e piena condivisione delle responsabilità. In questo settore – ha proseguito De Luca – le risposte nazionali si sono dimostrate inadeguate ed inefficaci; in alcuni casi anche disumane e pericolose. Sul punto è bene essere chiari.

Noi riteniamo che non si affrontino o risolvano le criticità rendendo invisibili i richiedenti asilo, né sequestrando poche decine o centinaia di migranti in mare, né chiudendo i porti a chi rischia la vita. È giunto il tempo di definire un nuovo Patto sull’immigrazione e l’asilo che assicuri un giusto equilibrio tra umanità, accoglienza e sicurezza. E’ necessario rafforzare le politiche di sostegno allo sviluppo dei Paesi di origine e transito in Africa, poi avviare l’apertura di canali umanitari per l’ingresso legale in Europa, e infine trasformare la missione Irini in uno strumento europeo di salvataggio e soccorso.

Accanto a questi impegni, è indispensabile realizzare una riforma che chiediamo da anni: superare il Regolamento di Dublino. Stabilire finalmente procedure di accoglienza solidali, con meccanismi automatici ed obbligatori di distribuzione e ricollocamento dei migranti, seguiti da strumenti comuni per il rimpatrio dei non aventi diritto. In poche parole – ha concluso De Luca – serve più Europa”.