«Miliardi di animali soffrono negli allevamenti, la Ue agisca subito»

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Il «Green Deal» per essere davvero tale, non può prescindere dalla tutela del benessere degli animali, anche quelli che poi finiscono sui piatti dei consumatori. Non c’è vera sostenibilità se anche negli allevamenti non vengono adottate misure che consenta ai capi allevati una vita il più possibile in linea con la loro natura e le loro attitudini. E il fatto che questa vita si concluderà inevitabilmente con la macellazione, non deve far pensare che tutto quello che accade prima non conti e, di conseguenza, che qualunque metodo di gestione degli animali sia tutto sommato lecito. L’Unione europea, che ha lanciato il New Green Deal ma anche la strategia Farm to fork e che in ogni occasione ribadisce l’impegno verso una transizione energetica ed ecologica, ha la possibilità di colmare le molte lacune che ancora esistono a livello legislativo nella tutela degli animali da allevamento. E il 2021 è l’anno buono per farlo. È questo lo spirito con cui parte oggi «No animal left behind», nessun animale sia lasciato indietro, una campagna internazionale promossa dall’Eurogroup for Animals — una coalizione di 70 associazioni animaliste di 26 stati membri della Ue ma anche di Svizzera, Serbia, Norvegia, Australia e Stati Uniti e che vede l’Italia rappresentata da Animal Equality, Ciwf, Essere Animali e Lav — che chiede all’Europa di fare in maniera decisa la propria parte. E di farlo ora.