Nardella: “La scuola non deve essere sacrificata”

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Ancora una volta la scuola resta indietro.

Siamo riusciti a fare lo shopping natalizio, il cashback e le cene di Natale con i due conoscenti aggregati, ma non riusciamo a riaprire le scuole superiori per 2 milioni e mezzo di studenti.

Il tira e molla sulle date è avvilente, non capisco cosa cambi in 4 giorni, tra il 7 e l’11 gennaio.

Avevamo tutto il tempo per organizzarci, non solo le vacanze di Natale; è dal lockdown di quasi un anno fa che dovevamo pensare alle scuole e ai trasporti.

Nella città metropolitana di Firenze saremmo già pronti, abbiamo predisposto con prefettura e regione Toscana un piano per garantire la sicurezza degli spostamenti – oltre che della presenza in classe – tale da consentire non solo di riaprire il 7 gennaio, ma di farlo con il 75% della didattica in presenza.

Nella lotta contro la pandemia io sono per una linea di rigore e precauzione e rispetto le indicazioni degli esperti e le decisioni del governo, ma qui siamo all’improvvisazione. Nessuno fino ad ora ha dimostrato che il contagio avviene principalmente nelle classi, anzi, gli screening dimostrano il contrario. Allora è un problema organizzativo, e se il Paese non riesce a riaprire le scuole come potrà essere capace di distribuire decine di milioni di vaccini? A questo proposito diventa ancora più importante garantire in tempi rapidi la vaccinazione di studenti e insegnanti perché è evidente che non si può continuare a sacrificare sempre e comunque il mondo della scuola.

Nessuna polemica, ma solo desiderio di contribuire a trovare una soluzione concreta. Ad esempio sarebbe utile fare screening in tutte le scuole superiori, come abbiamo proposto a dicembre noi sindaci metropolitani e come abbiamo già fatto a Firenze sulle scuole medie.