Ngozi Okonjo-Iweala, nominata ieri direttrice della WTO

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l’Organizzazione Mondiale del Commercio, sarà la prima donna e la prima africana a ricoprire questo importante ruolo.
Ancor più importante in un momento critico come quello che stiamo attraversando, con la pandemia che mina gli scambi commerciali fra i paesi e contribuisce a creare nuove, profonde diseguaglianze e sempre più gravi disequilibri.
Per questo le sue prime parole suonano rivoluzionarie: in questa fase, occuparsi di affari e commercio non basta più. La WTO deve saper guardare oltre, al futuro, alle sfide che attendono il mondo, prima fra tutte quella dei vaccini, da assicurare a tutti.
Alla neodirettrice Ngozi Okonjo-Iweala spetta un compito non facile. “Alle donne vengono affidati ruoli di leadership soltanto quando le cose si mettono davvero male”, scriveva anni fa. Difficile darle torto. Ma di fronte alla scelta di donne capaci, è forte la fiducia nel fatto che proprio le donne, con le loro qualità uniche e la loro capacità di affrontare i problemi da prospettive diverse e spesso innovative, potranno accompagnare al meglio il mondo attraverso le crisi più difficili.
Una lezione che anche l’Italia dovrebbe saper mettere a frutto compiutamente. Noi lavoriamo per questo.