No alla DAD, ecco l’appello dei genitori per le lezioni in presenza

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Un accorato appello è quello che, in queste ore, è stato lanciato da un gruppo nutrito di genitori, in vista delle disposizioni previste dal prossimo Dpcm, in merito soprattutto alla questione “scuola”. Mentre l’Italia viene divisa in tre colori e non è ancora chiara la sorte degli studenti delle superiori, ormai da tempo rassegnati a lezioni solamente virtuali, alcune mamme e alcuni papà, hanno pensato bene di lanciare un appello (con invito esplicito a sottoscriverlo, numerosi) alle autorità, affinché gli studenti delle superiori, possano fare ritorno, al più presto, sui banchi di scuola.

Una lettera aperta alle autorità con una madrina d’eccezione: la giornalista Costanza Miriano che ha rilanciato l’appello sul suo sito. Nel testo si legge: «Siamo un gruppo di genitori di ragazzi delle scuole superiori, e ci permettiamo di dire che non ci sentiamo solo genitori dei nostri figli, ma anche dei loro compagni, soprattutto di quelli che stanno facendo più fatica in questo momento così duro. Sono loro, i giovani delle superiori, insieme agli universitari e a quelli che vorrebbero affacciarsi al mondo del lavoro, che stanno pagando il prezzo di gran lunga più salato di questa epidemia. Loro, gli unici ragazzi di tutto il mondo chiusi in casa da marzo, i ragazzi italiani dai 14 anni, che si vedono abbandonati e traditi, privati quasi completamente della possibilità di stare insieme, privati di una possibilità normale di studio. La scuola educa, non fornisce solo nozioni: forma al rispetto e allo scambio con figure educative diverse».

Insomma, si sottolinea lo stato di isolamento dei giovanissimi che, seppure li preserva dal Covid, non impedisce loro di ammalarsi di solitudine e di tristezza, a volte anche di depressione. Uno stato psico-emotivo, già di per sé preoccupante, che in più, incide anche sul livello e la capacità di apprendimento: “Gli esperti parlano di buchi di apprendimento fino al 50% – si legge nella lettera- “ma sappiamo che quando si fa una media significa che se ci sono ragazzi che, grazie agli strumenti di cui sono in possesso e magari a una famiglia che li segue e li accompagna, riescono a contenere i danni, ce ne sono molti altri che stanno letteralmente sparendo nella solitudine, nel vuoto di case in cui nessuno può sostenerli”.

La richiesta che ne consegue è chiara e precisa: «Per questo vi chiediamo a gran voce: anche in modo parziale, anche a turno, in qualsiasi modo, ma restituite loro il diritto allo studio, al confronto, alle relazioni, a una vita buona che permetta che nessuno venga lasciato indietro. È quasi troppo tardi, qualcuno lo abbiamo già perso. Fermiamo questa pandemia che colpisce i cuori e le intelligenze del futuro del nostro Paese».