NON BASTANO LE PAROLE PER LA CURA DEI NOSTRI BAMBINI

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Sulle politiche per l’infanzia non possiamo più indugiare. Non mi stancherò di ripeterlo ai colleghi.
In questi giorni è stato pubblicato l’ultimo rapporto Eurydice su educazione e cura della prima infanzia in Europa. L’ho letto con molta attenzione e vi invito a farlo.

Il rapporto svolge un’analisi comparata delle politiche attuate in relazione alle aree chiave che qualificano il sistema di educazione e cura dei più piccoli. E i dati, in buona parte, non possono non stupire. Dallo studio emerge che avere un posto negli asili nido a costi accessibili è ancora difficile per molte famiglie con bambini di età inferiore a 3 anni. Le cose migliorano per i bambini un po’ più grandi: e, tuttavia, solo metà dei Paesi europei garantisce l’accesso dall’età di 3 anni. Inoltre, più in generale, ancora 1 milione di bambini di età superiore ai tre anni in Europa non accede affatto ai servizi per l’infanzia.

Sono numeri che mi feriscono, anche perché avverto la drammatica distanza tra le parole e i fatti. L’ultima Raccomandazione del Consiglio d’Europa del 22 maggio, al primo articolo, esordisce così: “Il pilastro europeo dei diritti sociali sancisce il diritto di tutti i bambini all’educazione e cura della prima infanzia a costi sostenibili e di buona qualità”. È ora di cominciare a dare sostanza a queste parole con provvedimenti concreti e diffusi: accesso agevolato agli asili nido, rimborsi e agevolazioni sulle rette e sui prodotti per l’infanzia, detrazioni per babysitter, sostegni per le mamme lavoratrici.

In Italia, che non fa eccezione per quel che riguarda le difficoltà di accesso ai nidi d’infanzia, il MoVimento 5 Stelle è in prima linea per sostenere questi punti. Siamo pronti a farlo anche da Bruxelles.

Chiara Maria Gemma