Non c’è dubbio, è un trionfo. Il premier va avanti, un Matteo dopo l’altro

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Anzi, si rafforza. Il governo è più saldo che mai.
In sella a tener le redini del Paese c’è lui, Giuseppe Conte. Oggi l’avvocato del popolo è trasmutato in statista. Un leader autorevole e riconosciuto, come tale, da tutti.
Un trattamento così si deve solo ai grandi e ben poche volte è avvenuto nella storia d’Italia che un politico sia riuscito a conquistare, al contempo, l’amore del suo popolo e il rispetto dei suoi avversari: Alcide De Gasperi, Sandro Pertini, Aldo Moro, Enrico Berlinguer.
Si contano sulle dita di una mano, in effetti.
E’ un trionfo, non c’è dubbio. Politico e personale. Ma lui resta umile, lo sa che in politica e così nella vita si deve vincere, ma mai stravincere. Da studioso, conosce bene la legge inesorabile della storia: all’Hybris segue la Nemesis, alla tracotanza la giustizia divina. Il peccato originale dei due Mattei, la superbia, a Conte non appartiene.
Lui resta in piedi, gli altri nelle fosse scavate con le loro stesse mani. Un caso? Non credo.
A far gli sboroni non ci vuol niente, son capaci tutti, ma per resistere alle tentazioni dell’hybris serve una tempra speciale e quella ce l’hanno solo i leader, quelli veri, quelli come Conte.
Un esempio, l’ennesimo? Le dichiarazioni del premier, ieri sera dopo la vittoria. Nella loro semplicità, un capolavoro di serietà, compostezza, concretezza e responsabilità.
“Il governo ottiene la fiducia anche al Senato, ora l’obiettivo è rendere ancora più solida questa maggioranza. L’Italia non ha un minuto da perdere. Subito al lavoro per superare l’emergenza sanitaria e la crisi economica. Priorità a piano vaccini, recovery plan e dl ristori”.
Firmato, Giuseppe Conte.
Non c’è dubbio, è un trionfo: il trionfo dell’umiltà.
Grazie di esistere, Presidente! Congratulazioni e buon lavoro, davvero, da tutti noi.
Avanti, con Conte, per l’Italia! 🇮🇹
Stefano Chirico