Matteo Renzi adora essere sotto i riflettori, e le continue interviste di questi giorni lo testimoniano, eppure MAI che affronti con concretezza l’unico tema che interessa davvero agli italiani: di che tenore sono i suoi legami con l’Arabia Saudita?
In attesa che si degni di una risposta sensata, oggi su La Stampa è stato pubblicato un dossier a dir poco agghiacciante.
Se nel 2013, l’anno precedente all’arrivo di Renzi a Palazzo Chigi, l’Italia aveva autorizzato l’esportazione di armi per un valore di 2,1 miliardi di euro, è proprio durante i 1024 giorni del suo governo che si assiste a una crescita clamorosa, addirittura del 581%, in cui si è arrivati a toccare quota 14,6 miliardi di euro.
La stragrande maggioranza degli armamenti, ovvero il 58,8%, NON è andata ai Paesi alleati dell’UE e della Nato, bensì a Stati che non brillano certo per la democrazia e i diritti umani… E indovinate un po’? Esatto: a recitare la parte del leone c’è proprio l’Arabia Saudita, con 855 milioni in armamenti (contro i poco più di 170 milioni del triennio successivo). A spingere verso l’alto questa cifra c’è l’autorizzazione alla più massiccia esportazione di bombe che l’Italia abbia MAI rilasciato, pari a circa 20mila ordigni, il cui utilizzo è, purtroppo, ben noto a tutti e ha causato la morte di migliaia di civili innocenti (tra cui tantissimi bambini).
Tale autorizzazione è stata poi revocata da Giuseppe Conte
, che ha di fatto cancellato la fornitura per oltre 12mila ordigni, il che dà l’idea delle dimensioni dell’autorizzazione che era stata concessa, visto che in questi anni l’Italia era riuscita a costruire e consegnare appena un terzo delle bombe commissionate.
Anche su questo argomento Matteo Renzi, che parla di “Rinascimento” ma che sembra non conoscerne minimamente il reale significato, ci DEVE delle risposte…