Ora Salvini ha paura

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L’inchiesta sui fondi di Mosca alla Lega, o il tentativo di alcuni emissari di ottenere finanziamenti, sta mettendo in crisi il leader leghista. L’indagine della procura di Milano, che da mesi ha acquisito gli audio pubblicati nei giorni scorsi da BuzzFeed, potrebbe portare alla luce atteggiamenti poco chiari di uomini vicini al leader leghista. Uomini come quel Gianluca Savoini che è indagato per corruzione internazionale.
L’attacco dei giornali di destra

La preoccupazione del leader leghista è chiara se si guardano le prime pagine dei giornali più vicini al Carroccio, accompagnati da articoli ed editoriali che sono tutto un programma. Si va da Il Giornale che sottolinea come il Pci ricevesse soldi dall’Urss – fatto che risale a oltre quarant’anni fa – a La Verità che prova a gettare fango sul giornalista autore dello scoop etichettandolo come renziano. Questi attacchi sono un’alzata di scudi che dimostra come la macchina di propaganda leghista stia cercando di sviare l’attenzione.
Salvini cerca i “nemici”

Ora il leader leghista sta cercando i nemici, chi può essere stato a far partire tutto. Per Salvini qualcuno vuole gettare scredito sulla Lega. Il ragionamento del vicepremier è che sono “scomodi”. Nessuna riflessione sull’accaduto, solo rabbia e la volontà di trovare il “colpevole”.

Il sì del M5s alla richiesta di una Commissione parlamentare d’inchiesta, seppur con tutti i se del caso, è un altro colpo per lui. Si sente accerchiato e come scrive Verderami sul Corriere vuole capire da “dove è partito il colpo”. Continua a ripetere che non ha preso un rublo, ma sulla vicenda e sui colloqui solo un timido “non posso sapere con chi parla la gente”.

Salvini sa benissimo che la vicenda potrebbe avere ripercussioni sul governo e sul consenso che grazie a mesi di continua propaganda è riuscito a conquistare. Per uscire da questa situazione fa quello che gli riesce meglio, vale a dire attaccare gli avversari. Il video di ieri in cui dice che la riforma voluta da Renzi sulle provincie è “una riforma del ca..o” è sintomatico del suo nervosismo. Così come l’attacco al M5s, in particolare al leader movimentista Fico, su Decreto sicurezza bis e autonomie è un modo per spostare l’attenzione mediatica.

E naturalmente non poteva mancare l’attacco alla magistratura definita dal vicepremier di cui dice ironicamente di “avere piena fiducia”, prima di definirla la “più veloce, la più libera, la più indipendente, la più solerte, la più efficace al mondo”. Salvini ha definito l’inchiesta avviata dalla procura di Milano sul caso Savoini “ridicola”.
Le menzogne leghiste su Savoini

Oggi Carlo Bonini su Repubblica nota la linea di difesa leghista. Savoini, di cui non si può negare il rapporto con Salvini, viene disegnato come personaggio secondario. La portavoce del viceministro riporta Bonini parla così del rapporto tra i due e con l’associazione: “L’associazione Lombardia-Russia non ha nulla a che vedere con la Lega. Gianluca Savoini non ha mai fatto parte di delegazioni ufficiali in missione a Mosca con il ministro”. Il problema che a smentire Salvini e la sua difesa è lo stesso Salvini e la sua passione social. Infatti Savoini è in primo piano nella foto twittata dal ministro dell’Interno durante un tavolo con l’omologo russo (16 luglio 2018). Certo la portavoce dice che la presenza nella foto “non significa che fosse lì perché era nella delegazione”, ma appare alquanto improbabile che una persona al di fuori della delegazione possa sedere ad un tavolo istituzionale con tanto di microfono. Tra l’altro lo stesso Savoini ha ammesso in passato di aver sempre fatto parte delle delegazioni in Russia di Salvini.

C’è poi la vicinanza (fisica) di Savoini alla Lega. Oggi segnala la deputata Pd Lia Quartapelle, che insieme ad un gruppo di militanti dem si è recata in via Bellerio per chiedere se Savoini trattava con i russi per conto della Lega, ha scoperto che la sede dell’associazione Lombardia-Russia si trova proprio nello stesso edificio in cui ha sede la Lega. Altre coincidenze. E infine il commento dell’amministrazione russa che per bocca del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov dice che le notizie diffuse dai media “non comportano assolutamente nulla, quindi non vediamo la necessità di commentare”.                                                         fonte