Papa elogia next generation Eu: “Esempio di solidarietà”

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“L’anno da poco conclusosi ha lasciato dietro a sé un un carico di paura, sconforto e disperazione, insieme con molti lutti. Esso ha posto le persone in una spirale di distacco e di sospetto reciproco e ha spinto gli Stati a erigere barriere. Il mondo interconnesso a cui eravamo abituati ha ceduto il passo ad un mondo nuovamente frammentato e diviso”. Così Papa Francesco, ricevendo in udienza i membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede per la presentazione degli auguri per il nuovo anno. “Vaccino non è panacea, servono atteggiamenti responsabili” “Davanti a un nemico subdolo e imprevedibile qual è il Covid-19, l’accessibilità dei vaccini deve essere sempre accompagnata da comportamenti personali responsabili tesi a impedire il diffondersi della malattia, attraverso le necessarie misure di prevenzione a cui ci siamo ormai abituati in questi mesi” dice ancora il Santo Padre. “”Sarebbe fatale riporre la fiducia solo nel vaccino, quasi fosse una panacea che esime dal costante impegno del singolo per la salute propria e altrui. La pandemia ci ha mostrato che nessuno è un’isola, evocando la celebre espressione del poeta inglese John Donne, e che ‘la morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità”. L’obiettivo di contenimento del coronavirus ha spinto molti governi ad adottare misure restrittive della libertà di circolazione, che hanno comportato, per diversi mesi, la chiusura di esercizi commerciali e il generale rallentamento delle attività produttive, con gravi ricadute sulle imprese, soprattutto quelle medio-piccole, sull’occupazione e conseguentemente sulla vita delle famiglie e d’intere fasce della società, particolarmente quelle più deboli” ha evidenziato poi il Santo Padre. La pandemia ha inoltre – prosegue – evidenziato una crisi più profonda, quella della politica, che da tempo sta investendo molte società e i cui laceranti effetti sono emersi proprio in questa drammatica fase. “Uno dei fattori emblematici di tale crisi è la crescita delle contrapposizioni politiche e la difficoltà, se non addirittura l’incapacità, di ricercare soluzioni comuni e condivise ai problemi che affliggono il nostro pianeta. È una tendenza a cui si assiste ormai da tempo e che si diffonde sempre più anche in Paesi di antica tradizione democratica. Mantenere vive le realtà democratiche è una sfida di questo momento storico, che interessa da vicino tutti gli Stati: siano essi piccoli o grandi, economicamente avanzati o in via di sviluppo”. Il Santo Padre in questo momento delicato per il Paese ha invitato gli italiani a non “abbattersi”. “Con dad ragazzi sovraesposti a attività criminali” La pandemia ha fatto emergere la necessità che ogni persona ha di avere rapporti umani. Penso anzitutto agli studenti, che non sono potuti andare regolarmente a scuola o all’università. “Ovunque si è cercato di attivare una rapida risposta attraverso le piattaforme educative informatiche, le quali hanno mostrato non solo una marcata disparità delle opportunità educative e tecnologiche, ma anche che, a causa del confinamento e di tante altre carenze già esistenti, molti bambini e adolescenti sono rimasti indietro nel naturale processo di sviluppo pedagogico. Inoltre, l’aumento della didattica a distanza ha comportato pure una maggiore dipendenza dei bambini e degli adolescenti da internet e in genere da forme di comunicazione virtuali, rendendoli peraltro più vulnerabili e sovraesposti alle attività criminali online”. “Supportare vittime violenza domestica” “Esorto tutti, autorità pubbliche e società civile, a supportare le vittime della violenza nella famiglia: sappiamo purtroppo che sono le donne, sovente insieme ai loro figli, a pagare il prezzo più alto” dice il Papa facendo riferimento a che durante l’emergenza coronavirus non ha potuto vivere “tranquillamente nelle proprie abitazioni”. “All’economia serve una rivoluzione copernicana” “La crisi economica che ne è conseguita ha messo in evidenza un altro morbo che colpisce il nostro tempo: quello di un’economia basata sullo sfruttamento e sullo scarto sia delle persone sia delle risorse naturali. Ci si è dimenticati troppo spesso della solidarietà e degli altri valori che consentono all’economia di essere al servizio dello sviluppo umano integrale, anziché di interessi particolari, e si è persa di vista la valenza sociale dell’attività economica e la destinazione universale dei beni e delle risorse. L’attuale crisi è allora l’occasione propizia per ripensare il rapporto fra la persona e l’economia. Serve una sorta di ‘nuova rivoluzione copernicana’ che riponga l’economia a servizio dell’uomo e non viceversa, ‘iniziando a studiare e praticare un’economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda”. “Next generation è buon esempio di solidarietà” “Ritengo significativo l’impegno dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri, che pur tra le difficoltà, hanno saputo mostrare che si può lavorare con impegno per raggiungere compromessi soddisfacenti a vantaggio di tutti i cittadini. Lo stanziamento proposto dal piano Next Generation EU rappresenta un significativo esempio di come la collaborazione e la condivisione delle risorse in spirito di solidarietà siano non solo obiettivi auspicabili, ma realmente accessibili” auspica il Pontefice. “Si trovi intesa su clima, è tempo di agire” “Auspico che la prossima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP26), prevista a Glasgow nel novembre prossimo, consenta di trovare un’intesa efficace per affrontare le conseguenze del cambiamento climatico. È questo il tempo di agire, poiché possiamo già toccare con mano gli effetti di una protratta inazione” sottolinea il Papa. Africa. “Oltre 1 milione di bambini soffre fame, corridoi ostacolati” “Anche in Africa i cambiamenti climatici, aggravati da interventi sconsiderati dell’uomo e ora anche dalla pandemia, sono causa di grave preoccupazione – prosegue – Mi riferisco anzitutto all’insicurezza alimentare che nel corso dell’ultimo anno ha colpito particolarmente il Burkina Faso, il Mali e il Niger, con milioni di persone che soffrono la fame; come pure alla situazione in Sud Sudan, dove si corre il rischio di una carestia e dove peraltro persiste una grave emergenza umanitaria: oltre un milione di bambini ha carenze alimentari, mentre i corridoi umanitari sono spesso ostacolati e la presenza delle agenzie umanitarie nel territorio viene limitata. Anche per far fronte a tale situazione è quanto mai urgente che le Autorità sud-sudanesi superino le incomprensioni e proseguano nel dialogo politico per una piena riconciliazione nazionale”. “Basta respingere gli immigrati, proteggere i profughi” Lo scorso anno ha visto “un ulteriore aumento dei migranti, i quali, complice la chiusura dei confini, sono dovuti ricorrere a percorsi sempre più pericolosi. Il flusso massiccio ha peraltro incontrato una crescita del numero dei respingimenti illegali, spesso attuati per impedire ai migranti di chiedere asilo, in violazione del principio di non-respingimento (non- refoulement). Molti vengono intercettati e rimpatriati in campi di raccolta e di detenzione, dove subiscono torture e violazioni dei diritti umani, quando non trovano la morte attraversando mari e altri confini naturali” ha detto il Pontefice parlando della questione migranti. “I corridoi umanitari, implementati nel corso degli ultimi anni, contribuiscono certamente ad affrontare alcune delle suddette problematiche, salvando numerose vite. Tuttavia, la portata della crisi rende sempre più urgente affrontare alla radice le cause che spingono a migrare, come pure esige uno sforzo comune per sostenere i Paesi di prima accoglienza, che si fanno carico dell’obbligo morale di salvare vite umane. Al riguardo, si attende con interesse la negoziazione del Nuovo Patto dell’Unione Europea sulla migrazione e l’asilo, pur osservando che politiche e meccanismi concreti non funzioneranno se non saranno sostenuti dalla necessaria volontà politica e dall’impegno di tutte le parti in causa, compresi la società civile e i migranti stessi”. “Dalla Seconda guerra mondiale il mondo non aveva ancora assistito a un aumento così drammatico del numero di rifugiati, come quello che vediamo oggi. È pertanto urgente che si rinnovi l’impegno per la loro protezione, come pure per quella degli sfollati interni e di tutte le persone vulnerabili costrette a fuggire dalla persecuzione, dalla violenza, dai conflitti e dalle guerre. A questo proposito, nonostante gli importanti sforzi compiuti dalle Nazioni Unite nella ricerca di soluzioni e proposte concrete per affrontare in modo coerente il problema degli sfollamenti forzati, la Santa Sede esprime la propria preoccupazione per la situazione degli sfollati in diverse parti del mondo. Mi riferisco anzitutto all’area centrale del Sahel, dove, in meno di due anni, il numero degli sfollati interni è aumentato di venti volte”. “Santa Sede attende con interesse negoziazione patto Dublino” “Si attende con interesse la negoziazione del Nuovo Patto dell’Unione Europea sulla migrazione e l’asilo, pur osservando che politiche e meccanismi concreti non funzioneranno se non saranno sostenuti dalla necessaria volontà politica e dall’impegno di tutte le parti in causa, compresi la società civile e i migranti stessi” conclude Papa Francesco. “Vorrei che nel 2021 finisse guerra in Siria” Il pensiero del Pontefice va anche ai tanti teatri di guerra. E chiede pace in Terra Santa, Libano, e Centrafrica. In particolare si sofferma sulla Siria: “Come vorrei che il 2021 fosse l’anno in cui si scrivesse finalmente la parola fine al conflitto siriano, iniziato ormai dieci anni fa! – sottolinea – Perché ciò accada, è necessario un rinnovato interesse anche da parte della Comunità internazionale ad affrontare con sincerità e con coraggio le cause del conflitto e a ricercare soluzioni attraverso le quali tutti, indipendentemente dall’appartenenza etnica e religiosa, possano contribuire come cittadini al futuro del Paese”. Myanmar: “Si liberino leader e ci sia dialogo” “Il cammino verso la democrazia intrapreso negli ultimi anni è stato bruscamente interrotto dal colpo di stato della settimana scorsa. Esso ha portato all’incarcerazione di diversi leader politici, che auspico siano prontamente liberati, quale segno di incoraggiamento a un dialogo sincero per il bene del Paese” ha ricordato infine il Santo Padre facendo riferimento al recente golpe in Myanmar.