Pd, spunta l’ipotesi congresso online

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Una veduta esterna della sede del Partito Democratico in Largo del Nazareno nel giorno della direzione nazionale, Roma, 3 maggio 2018. ANSA/FABIO FRUSTACI

Nessun passo avanti. La sintesi della giornata Pd mette d’accordo le varie anime dem. Non sembra avanzare al momento, a quanto viene riferito, una soluzione in vista dell’assemblea di sabato e domenica. E nello stallo si alimentano i sospetti. L’ultimo quello di una manovra in corso da parte di “zingarettiani duri e puri” per un congresso on line da fare subito. E tornare a ‘incoronare’ il segretario uscente. “Evitiamo altri colpi di testa”, dicono fonti di Base Riformista all’Adnkronos.

“Abbastanza surreale, anzi ridicolo, che chi chiede il congresso da settimane, ora non lo voglia”, è la replica. Ma nel caso in cui non ci si mettesse d’accordo, non si individuasse un ‘successore’ in assemblea, potrebbe aprirsi “un confronto con iscritti ed elettori nelle modalità consentite dalla situazione attuale”, ovvero la pandemia.

Per fare un congresso online andrebbe cambiato lo Statuto Pd. Per farlo serve la maggioranza qualificata dell’assemblea dem. E in Base Riformista si confida che l’area Franceschini difficilmente seguirebbe il blitz: “Loro sono per un percorso più ordinato”. Dell’organizzazione dell’assemblea si parlerà domani in una riunione all’ora di pranzo dell’organismo con la presidente Valentina Cuppi e le vicepresidenti Anna Ascani e Debora Serracchiani, Andrea Orlando, Chiara Braga, Marco Furfaro, Nicola Oddati, Stefano Vaccari, Walter Verini, Cecilia D’Elia e Caterina Bini.

L’individuazione di una figura che abbia le caratteristiche per affrontare le sfide dei prossimi mesi e portare il Pd a congresso (al massimo in autunno, come continua a chiedere Base Riformista) non è semplice. I prossimi giorni saranno decisivi a meno di uno slittamento dell’assemblea del 13 e 14 marzo. Dice Debora Serracchiani: “Va trovata una personalità autorevole, capace e che abbia un’indicazione unitaria. Da qua a sabato una soluzione la troveremo”.

Zingaretti potrebbe ripensarci? “Lui può ricandidarsi in assemblea ma” anche dopo quanto detto “ieri sera, mi sembra irremovibile”, dice la vicepresidente dell’assemblea dem che in vista del congresso, quando sarà, lancia una provocazione collegandosi ai Maneskin, neo vincitori di Sanremo. “Io ho trovato una sferzata di cambiamento pazzesca. Sanremo vinto da un gruppo rock, incredibile. E’ come se nel Pd diventasse segretario una donna, visto mai? Sarebbe una rivoluzione…”.

Resta in campo intanto il pressing delle Sardine. “Non credo che in due giorni si possano risolvere problemi irrisolti da anni. Il Pd è un organismo gravemente malato” ma “fuori dagli ingranaggi del sistema ci sono schiere di persone pronte a dare una mano e dare l’esempio. L’assemblea del prossimo week-end dichiari lo stato di emergenza”, dice Mattia Santori all’Adnkronos. L’allarme per un passaggio estremamente delicato è condiviso da molti. Come Beppe Fioroni secondo cui il Pd “a un bivio”: resta un partito di centrosinistra o torna ad essere un partito della sinistra? “Dobbiamo capire se l’impostazione originaria è ancora condivisa”.
Il tentativo su Enrico Letta

Nonostante la presa di distanza immediata di ieri, appena uscite le prime indiscrezioni, va avanti il tentativo su Enrico Letta. A quanto si apprende da fonti parlamentari dem, c’è chi sta tenendo un canale aperto con l’ex-premier per tentare di convincerlo. Un pressing che nasce da una doppia presa d’atto: la prima è che un ripensamento di Nicola Zingaretti sembra difficile, la seconda è che l’ipotesi di un congresso ravvicinato -pure caldeggiata da settori della maggioranza – è nei fatti non percorribile.

Con un congresso che potrebbe celebrarsi anche tra un anno si fa sempre più strada, si riferisce, la consapevolezza che non basta un ‘traghettatore’ ma che serva un segretario che abbia anche una leadership politica in grado di affrontare la sfide dei prossimi mesi. E la figura di Letta avrebbe anche la caratteristica di una leadership che incarna i valori e la storia dem. “Qui il tema è salvare il Pd”.