PER DETASSARE E LIBERARE IL CETO MEDIO DALL’OPPRESSIONE FISCALE

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IVANO TONOLI, SEGRETARIO PARTITO UNIONE CATTOLICA: PER SGRAVARE I REDDITI COMPRESI TRA I 28.000 E I 55.000 EURO, ESIGENZA SU CUI TUTTI CONCORDIAMO CON L’ANALISI DELLA CORTE DEI CONTI, LA SOLUZIONE FINALE DEVE CONSISTERE NELL’INTEGRALE ATTUAZIONE DEL FATTORE O PANIERE FAMIGLIA, NEL SEQUESTRO DEI BENI DI COLORO CHE HANNO CAUSATO IL RADDOPPIO DEL DEBITO PUBBLICO NON DESTINATO AI SERVIZI PER I CITTADINI E NELLA CANCELLAZIONE DEL REDDITO DI FINTA CITTADINANZA, CHE LA STESSA MAGISTRATURA CONTABILE HA SOLENNEMENTE ACCERTATO ESSERE DISPENDIOSO E INEFFICACE AL 98%

In una fase in cui ciclicamente sembrano prendere spazio l’eventualità e il rischio di imposizioni patrimoniali, nella forma di prelievi forzosi piuttosto che in maniera camuffata attraverso sedicenti riforme come quella tesa all’adeguamento dei valori catastali, confermiamo che la soluzione per liberare doverosamente il ceto medio dall’oppressione fiscale non possa derivare da tassazioni sostitutive di gettito ma che, per tipologia, finirebbero per abbattersi alla fine proprio sulle stesse categorie economico-sociali che si vorrebbe a parole agevolare.
Siamo perfettamente concordi con l’analisi intermedia compiuta dal Presidente della Corte dei Conti sulle attuali iniquità di un sistema tributario di fatto non progressivo ma regressivo e opprimente a carico quasi totale della fascia di reddito compresa tra i 28.000 e i 55.000 euro. Su questo punto siamo intervenuti fin dal 2019 e poi nell’aggiornamento del 2020 del nostro libro programma “Cattolici Uniti per benedire un’Italia Nuova”, nel quale indichiamo nel fattore Famiglia, che noi facciamo ulteriormente evolvere nel concetto di “paniere”, attraverso cui prevediamo delle vere e proprie aree di esenzione e di esonero da ogni tipo di addizionale fiscale e tariffaria, centrale e locale, fino a un massimo di 3000 euro mensili per nucleo familiare naturale.
Questo rappresenta un punto di partenza per attuare la vera progressività e per impedire che sia assoggettato a imposizione il risparmio che quelle stesse famiglie hanno a proprio tempo investito per garantirsi una sicurezza educativa e previdenziale e un bene rifugio immobiliare stabile nel tempo.
In una situazione nella quale, come autorevolmente ribadito dal Presidente incaricato Mario Draghi, è necessario scindere il debito buono da quello cattivo, noi intendiamo far sì – attraverso quello che sarà il nostro Governo cattolico popolare maggioritario di ispirazione Degasperiana – che quanti sono stati i responsabili del secondo tipo di debito pubblico vengano chiamati a rispondere del proprio tenore di vita e sottoposti al sequestro dei beni eccedenti con l’applicazione rinforzata delle stesse modalità previste dalla legislazione antimafia.
Improponibile stabilire sacrifici diretti e indiretti a carico di chi, proprio a causa del debito cattivo, si è ritrovato a versare imposte, tasse e contributi a fronte di servizi carenti, inadeguati, tardivi se non del tutto mancanti perché spiazzati dall’alto costo degli interessi passivi pagati dallo Stato che assorbe del tutto la capacità di spesa che servirebbe al finanziamento degli stessi.
Accanto a queste due soluzioni per noi cardinali e irrinunciabili, e che nel nostro programma si trovano definite con dovizia tale renderle in automatico applicabili e applicative, ve ne è una terza che può essere assunta con un decreto immediato: la cancellazione totale e definitiva e, per i casi di abuso più grave, con effetto retroattivo dello scandaloso reddito grillista di finta cittadinanza, che sta costando 600 milioni di euro al mese – addossati ai pensionati con l’assegno Inps bloccato o decurtato, ai lavoratori a basso salario, agli autonomi rimasti senza incassi – e che, come solennemente è stato accertato dalla Corte dei Conti, appena in 2, si dicano DUE, casi ogni 100 ha portato i percettori a darsi da fare per trovarsi un lavoro. Nei restanti 98, ha favorito situazioni sommerse e irregolari, se non molto spesso illegali e criminali, causando una ulteriore spinta alla mancata formazione e istruzione personale e alla dequalificazione umana e professionale. In pratica, ogni 30 giorni il per fortuna uscente governo populista e pauperista di Conte, Di Maio, Casalino, Bonafede, Grillo, Zingaretti, Speranza e Casaleggio, ha sprecato e sta sprecando 588 milioni di euro sottratti alla Sanità e alla medicina territoriale, mentre i farmaci antivirali e i DPI continuano a non arrivare così come continuano a non arrivare le integrazioni retributive di chi è stato costretto a lasciare o cessare la propria occupazione dipendente o autonoma per effetto di un lockdown prolungato, irrazionale, schizofrenico, inutile e dannoso.