Pregliasco: “Chiudere è meglio che aprire, anche per la scuola”

0
85
pregliasco

“Chiudere è meglio che aprire, anche per la scuola. Ritengo che si faranno delle scelte di valutazione di rischio con tutte le attenzioni del caso”. Lo ha detto a Sky TG24 Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano e membro del Cts della Lombardia commentando, ospite di Timeline, le dichiarazioni della ministra Elena Bonetti rispetto alla riapertura delle scuole anche nelle zone rosse. “Dobbiamo vedere giorno per giorno, sono un po’ pessimista. Mi rendo conto – ha sottolineato – che la Ministra ha ragione come tanti giovani che desiderano andare a scuola. Inutile ricordare l’importanza della scuola anche rispetto al poter lavorare, abbiamo colleghi in ospedale in difficoltà oggettiva con bimbi piccoli”. Ma “se è vero che un recente studio dimostra che la scuola come tale non sembra essere l’amplificatore dei contagi, non tiene conto di quello che c’è intorno, come la mobilità conseguente e il tracciamento che da tempo si è perso. Riusciamo solo a mitigare la velocità con cui il virus si diffonde. Lo abbiamo visto in Sardegna, tre settimane di zona bianca puntellata da qualche rosso, dove lasciando aperto il rubinetto dei contatti il virus continua la sua opera”.

“La velocità di crescita della curva epidemica “si sta riducendo da alcuni giorni rispetto alla settimana precedente. Questo è un segnale che voglio interpretare come positivo rispetto a una prospettiva che se confermata confermerebbe quelli che erano stati alcuni modelli matematici che prevedevano proprio per ora il picco di questa terza ondata. E’ chiaro che parleremo di picco quando lo avremo scavallato, ma il dato è in crescita ancora”. “Il dato è ancora in crescita– ha ribadito Pregliasco – rispetto al dato dei morti e dei ricoveri che rimangono comunque elevati un po’ in tutta Italia. Poi se andiamo a vedere ci sono Regioni con tempistiche diverse, la curva complessiva è la sommatoria di curve di diffusione diversa che vedono ancora una situazione pesante. E oltretutto sicuramente il dato stabile di nuovi casi, variabile solo rispetto purtroppo al totale dei tamponi, dimostra a mio avviso che purtroppo il tracciamento è perso, lo sapevamo da tempo. E purtroppo riusciamo a intercettare solo una quota parte dei casi. Vero è che si tratta di casi non rilevanti perché non sintomatici, ma sono quelli – in particolare dei giovani –, ha ricordato, che mantengono questa triste catena di contagi.

“Il meccanismo a colori è servito ed è stato abbastanza efficace non nel recuperare il controllo del tracciamento e a spegnere l’incendio ma è servito a regolare la velocità di diffusione della malattia. Ma credo che in questo momento sia importante la stretta perché dobbiamo partire alla grande con le vaccinazioni”. Lo ha detto a Sky TG24 Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano e membro del Cts della Lombardia, ospite di Timeline che ha sottolineato come “ad oggi le varie Regioni si stanno confrontando su valori di percentuali sugli anziani ma si tratta di piccole differenze che scontano la carenza di vaccini”. In Lombardia, ha detto ancora il viriologo “Il problema più grosso è stato quello di tenere un po’ di scorta per le seconde dosi fin quando i possibili arrivi erano incerti. Ma ad oggi sono poche le dosi di scorta. Se è vero che un milione di dosi è arrivato o sta per arrivare, allora si può partire. Anche il Galeazzi dove lavoro è pronto a raddoppiare la capacità vaccinale, come anche so da altri ospedali lombardi e di altre regioni in Italia. Una revisione dell’organizzazione centrale e l’azione della Protezione civile darà la scossa giusta”

“Il dato è interessante perché rispetto all’incidenza del 3.2% di postivi nelle Rsa fra ottobre e novembre ora siamo sui valori dello 0.5-0.6%. Per ora è una situazione tranquillissima, nessun nuovo caso fra gli ospiti e gli operatori”.