PROCEDURE  PER ACCERTARE LA PREPARAZIONE DELLE GUIDE TURISTICHE ABILITATE ALL’ESTERO

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CANER: “MA LO STATO DEVE CONSENTIRE AGLI ITALIANI DI ACQUISIRE L’ABILITAZIONE”

D’ora in avanti le guide turistiche abilitate all’estero che vorranno esercitare stabilmente  la professione nella nostra regione potranno farlo solo dopo aver dimostrato di possedere una vera conoscenza del patrimonio storico, artistico, culturale, sia nazionale sia veneto, mediante procedure organizzate e controllate dalla  Regione, sostenendo un esame orale davanti a una Commissione o effettuando un tirocinio di sei mesi con l’assistenza di un tutor nominato dalla Regione.

A stabilirlo è la delibera approvata dalla Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’assessore al turismo Federico Caner. Il provvedimento si è reso necessario in quanto, pur prevedendo già oggi lo Stato un esame o un tirocinio per le guide turistiche abilitate all’estero, non fornisce indicazioni precise sulle modalità di effettuazione di tali prove.

“Si tratta di un adempimento tecnicamente necessario – spiega Caner –, ma che ci induce a chiedere al Ministero del Turismo, con ancora più forza, un vero e proprio atto di giustizia nei confronti di molti nostri corregionali che da tempo aspirano a svolgere l’attività di guida turistica, ma non possono intraprendere la professione a causa del letargico operare dello Stato. Quest’ultimo, infatti, si preoccupa di abilitare le guide turistiche straniere ma non di dettare le regole per consentire agli italiani di acquisire l’abilitazione, nonostante le ripetute richieste e proposte avanzate dalle Regioni. Da quasi dieci anni i veneti che desiderano diventare  guide turistiche attendono che il Ministero competente dia il via libera alle procedure per l’esame di abilitazione: una situazione che scoraggia a intraprendere una carriera che potrebbe offrire molte opportunità professionali in Italia e in Veneto, soprattutto ai giovani”.

“È inaccettabile – conclude Caner – che chi ha ottenuto l’abilitazione all’estero possa esercitare a pieno titolo la professione una volta varcati i nostri confini nazionali senza essere sottoposto ad alcuna verifica sulla sua effettiva preparazione, mentre chi dei nostri aspira a diventare guida turistica è costretto a guardare e ad aspettare. Una disparità inaccettabile che il Governo nonostante le innumerevoli segnalazioni non si è mai deciso di sanare, un danno che si aggiunge alla beffa”.