PROSCIUTTOPOLI, ZANICHELLI- LANZI (M5S): MAGGIORI CONTROLLI SULL’ISTITUTO PARMA QUALITA’

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PARMA – “Lo “scandalo Prosciuttopoli” non si arresta. L’Istituto Parma qualità (IPQ), incaricato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari per supervisionare le filiere e rilasciare la certificazione DOP al prosciutto di Parma è nuovamente sotto i riflettori.
Dopo essere stato già sospeso per sei mesi nel 2018 per non avere capito che circolavano quasi un milione di falsi Prosciutti crudi di Parma, il 16 maggio 2019 è stato sospeso nuovamente per altri tre mesi a causa della sparizione di resoconti di riunioni in cui bisognava decidere la smarchiatura di cosce che non potevano essere classificate come prosciutti Dop. E’ innegabile che ci siano problemi all’interno dell’istituto che stanno mettendo a serio repentaglio la filiera del prosciutto più famoso al mondo”, lo dichiarano in una nota il deputato del M5S Davide Zanichelli e il senatore Gabriele Lanzi.

“Da quanto si apprende, la negligenza dimostrata dall’Istituto è davvero un fattore molto grave. Non è tollerabile il fatto che proprio tale ente, atto specificatamente al controllo, non si sia accorto che una parte rilevante della filiera del prosciutto crudo di Parma, per anni, abbia aggirato le regole e i disciplinari, e abbia commercializzato finti prosciutti Dop, venduti, tra l’altro, a caro prezzo ai consumatori”, continuano i pentastellati.

“In attesa che gli organi preposti prendano i necessari provvedimenti, non mancheremo – incalzano i parlamentari- di sollecitare il Ministro Centinaio per chiedere un intervento del ministero per cambiare i meccanismi di gestione dell’Istituto che stanno mostrando lacune inaccettabili mettendo a rischio un importante Dop italiano, nonché maggiori controlli finalizzati a garantire che i prodotti alimentari in questione rispondano ai requisiti dei rispettivi disciplinari di produzione”.

“Il rischio di una revoca dell’autorizzazione e quindi l’impossibilità per il prosciutto crudo di Parma di avere la certificazione Dop c’è ed è reale, e l’Italia non può permetterselo. Serve dunque una soluzione duratura per correggere questo sistema e serve che chi ha dimostrato di aver sbagliato paghi, e anche in maniera “salata” nel rispetto dei consumatori e dei produttori che lavorano onestamente”, concludono i pentastellati.