Qual è il titolo di questo articolo?

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Mi piace seguire Frassica, quando reclamizza il suo settimanale Novella Bella, e una delle gag ricorrenti con Fazio avviene durante la presentazione dei nuovi libri, appena usciti. Capita che Frassica dica: “C’è un nuovo libro”, che Fazio chieda: “Dicci il titolo”, e che Frassica risponda: “Il titolo non te lo dico”. A questo punto scattano i malintesi, in quanto “Il titolo non te lo dico” è proprio il titolo del volume, ovviamente falso, inventato dal comico siciliano per la simpatica scenetta.
Qualcosa del genere è successo con un volume, questo veramente stampato, scritto da Raymond Smullyan, intitolato “Qual è il titolo di questo libro?”, e parodiato da me nel titolo di questo articolo.
Nel libro si succedono tantissimi paradossi e problemi intriganti, che mettono a dura prova i lettori, soprattutto con quesiti dove i protagonisti sono sempre Cavalieri e Furfanti, i primi sempre sinceri, i secondi sempre bugiardi.
Ovviamente, se chiediamo a un tale se questi sia Cavaliere o Furfante, risponde senz’altro di essere Cavaliere, anche se è un Furfante: nessuno mai ammette di aver commesso un reato, perché i furfanti mentono sempre! Quindi è complicato capire se ci troviamo davanti un Cavaliere o un Furfante. Però stranamente, ce lo racconta Smullyan, se incontriamo due tizi, e uno ci dicesse: “Siamo entrambi Furfanti”, siamo in grado di sapere cosa sia ciascuno dei due.
Analizziamo con calma la frase: uno che dichiara di essere pure lui Furfante, non può essere un Cavaliere, quindi quello che ha parlato è un Furfante, e perciò la sua frase è falsa, e quindi non sono entrambi Furfanti; siccome lui lo è, l’altro deve essere un Cavaliere.
Ci sono tanti altri problemi affascinanti nei libri di Smullyan, sempre basati su logica e ragionamento. Anche problemi che non hanno soluzione, come quello di un escursionista che si è portato dietro una borraccia con acqua per dissetarsi durante la gita. Due persone, A e B, decidono, indipendentemente l’uno dall’altro, di provocargli la morte, e allora A gli mette un veleno nell’acqua, mentre B, all’oscuro dell’opera di A, gli fora la borraccia. Alla fine l’escursionista muore. È morto perché non aveva acqua da bere, quindi l’ha ucciso B, che gli ha forato la borraccia; ma B bucandogli la borraccia gli ha salvato la vita, poiché l’acqua era avvelenata, ma A non è colpevole, perché il veleno da lui messo non è stato poi bevuto…
E allora, chi è il colpevole della morte dell’escursionista?
E qual è il titolo di questo articolo?

Giorgio Dendi