Recovery plan, Provenzano: “Più investimenti per lavoro buono”

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Il Ministro per il Sud e la coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, in un’intervista a Repubblica dice: “Non siamo in ritardo con l’Europa, ma con il Paese. I partiti hanno esplicitato le loro richieste sul Recovery Plan e questo non può essere vissuto come un intralcio” spiega. Ora però Conte e il governo “hanno il dovere di fare una sintesi da sottoporre al Parlamento. È la più grande occasione da decenni e va discussa con i sindacati, le imprese, le associazioni, le reti di cittadinanza”. Provenzano crede che “governo e maggioranza si trovino davanti a una crisi di missione e l’unico modo per ritrovarla sia nel percorso nuovo condiviso con l’Europa. Fine dell’austerità e inclusione sociale, sostenibilità e digitalizzazione per cambiare modello produttivo e ridurre i divari, tracciano non solo un orizzonte di sviluppo per l’Italia, ma ridefiniscono l’identità di un campo democratico e progressista. È necessario “creare lavoro buono e rafforzare i beni pubblici. Per questo nel Recovery fund bisogna aumentare la quota degli investimenti e ridurre quella degli incentivi””. Quello che serve, oltre agli investimenti, “sono le buone riforme. A partire da quella del lavoro”. Per Provenzano c’è bisogno “di uno Statuto dei lavoratori al tempo dell’algoritmo: con il diritto alla disconnessione, alla formazione continua, alla parità salariale a parità di funzioni svolte, tra generi e tra generazioni”. Inoltre “serve una riforma degli ammortizzatori sociali, non basta il reddito di cittadinanza”.
La strada maestra dovrebbe essere “una rigenerazione della macchina pubblica anche con l’ingresso di una nuova generazione di civil servant. Per affrontare una tale mole di investimenti pubblici c’è anche bisogno “di un piano nazionale contro le mafie”. Rispetto allo scontro con Renzi, “la strada è un chiarimento in tempi brevi”. Tutti “hanno pari dignità anche i partiti del 2%. Dire “o fai come dico io o stacco la spina” mette in crisi però non solo questo governo, ma ogni governo possibile in futuro e getta il Paese in un’instabilità che non si può permettere. È il tempo del riscatto, non del ricatto”. Comunque “non vedo alternative a questa maggioranza in questa legislatura”.