“Riaprire virtualmente i teatri regionali”.

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Cultura. Stragliati (Lega): “Riaprire virtualmente i teatri regionali”. L’assessore Felicori: “L’Emilia-Romagna da subito ha puntato sul digitale”

Interrogazione della consigliera in commissione: “I piccoli teatri non hanno la forza economica, sosteniamoli”

Riaprire virtualmente i teatri regionali, per permettere agli artisti di esibirsi anche ai tempi del Covid.

La proposta arriva dalla consigliera regionale della Lega Valentina Stragliati, che ha presentato l’interrogazione in commissione Cultura, presieduta da Francesca Marchetti. “Vorrei porre l’attenzione su un settore fortemente colpito, un comparto che ha subito una forte battuta d’arresto dall’inizio di questa situazione. Artisti e tecnici dello spettacolo rischiano di perdere il loro posto di lavoro. La cultura non è superflua, quindi chiedo se la Regione abbia intenzione di investire risorse per aprire i teatri anche dal punto di vista virtuale””. La replica arriva dall’assessore alla Cultura, Mauro Felicori: “In questo primo periodo si è vista la capacità di reazione istituzionale e anche il mondo dei teatri ha reagito e si è adattato: parlare di streaming in un teatro dell’Emilia-Romagna sarebbe stato ai limiti della bestemmia. Quello che chiede la consigliera sta già accadendo, lo abbiamo visto con l’orchestra Toscanini che fa già concerti in streaming, così come si sono attivati il Comunale di Bologna, il teatro Regio di Parma, o lo scrittore Baricco che ha organizzato un evento al Comunale di Ferrara per i 250 anni di Beethoven. Ovvio che prima o poi si tornerà nei teatri, perché la visione della sala e il concerto dal vivo sono insostituibili – ha sottolineato l’assessore -, ma queste nuove funzioni possono essere integrative e offrono a chi produce arte una possibilità in più per farla conoscere”. Ci sono però dei limiti: “Il primo – ha detto Felicori – è che sono ancora pochi gli spettacoli che avvengono prevedendo anche solo un piccolo pagamento: il biglietto è sempre una misura di una convinzione, altrimenti non sappiamo se gli spettatori stanno tutto il tempo collegati. Il secondo limite riguarda soprattutto le biblioteche: ci vuole più convinzione nelle nuove frontiere del digitale”. L’altro settore in cui si è in ritardo sono i musei: “Potremmo organizzare lezioni, creando un clima anche accattivante. Il tema politico è proprio ‘cosa può darci il digitale'”. Una risposta che soddisfa solo in parte la consigliera Stragliati, che ha rimarcato come “serva aiutare di più su questo aspetto del digitale i teatri più piccoli, che fanno ancora fatica perché non hanno la forza economica”.

(Margherita Giacchi)