RICERCA: L’OBIETTIVO È CAMBIARE IL SISTEMA DEI CONTRATTI

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Riteniamo necessario cambiare il sistema dei contratti e di reclutamento delle Università e degli Enti pubblici di ricerca, così da renderli più appetibili per i migliori ricercatori che oggi, purtroppo, sono spesso costretti a lasciare il nostro Paese in cerca di maggiore stabilità lavorativa e giusta valorizzazione.

Oggi è iniziata, in Commissione Cultura alla Camera, la discussione sulla proposta di legge, a mia prima firma, in abbinamento al testo della collega Daniela Torto, che si prefigge di modulare il sistema attuale per garantire personale della ricerca sempre competente, motivato e all’altezza delle aspettative. Vogliamo ridurre al minimo fisiologico le condizioni di precariato, andando verso un sistema meritocratico, che non faccia disperdere il know-how dei nostri ricercatori, che sia eticamente ineccepibile, trasparente e corrispondente alle reali esigenze scientifico-didattiche degli atenei e degli enti di ricerca. Forme contrattuali troppo brevi, rinnovate sistematicamente per un periodo troppo lungo nella carriera dei ricercatori, danneggiano anche la qualità della ricerca stessa. Attualmente un ricercatore precario, per assicurare il proseguo della propria attività di ricerca, passa quasi la metà di un singolo periodo contrattuale alla rincorsa di una nuova possibilità lavorativa, sacrificando quindi tempo prezioso per quella in corso. La produzione scientifica italiana è caratterizzata da percentuali di personale precario impiegato, di gran lunga più elevate della media europea.

Per questa ragione ho presentato una proposta per riordinare le forme e la durata dei contratti del personale non permanente impegnato nelle attività di ricerca delle università, delle istituzioni e enti pubblici di ricerca e sperimentazione. Vogliamo creare nel tempo un circolo virtuoso di formazione ed impiego lavorativo per preservare il futuro e valorizzare il lavoro e la professionalità di chi svolge attività di ricerca e didattica, perché questo mondo ha un fondamentale ruolo di motore dell’innovazione del nostro Paese.