Rifiuti, in Italia avviati a riciclo l’80,2% degli imballaggi in alluminio

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Con 54.300 tonnellate di imballaggi in alluminio avviate a riciclo nel 2018, pari all’80,2% delle complessive 67.700 tonnellate immesse sul mercato (cui vanno aggiunte 4.300 tonnellate di imballaggio sottile destinato alla termovalorizzazione) l’Italia migliora la performance conseguita l’anno scorso, quando sono state avviate a recupero 47.800 tonnellate di imballaggi in alluminio, pari al 68,6% dell’immesso nel mercato (69.700 ton). È questo il quadro aggiornato fornito da Cial, il Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi in alluminio che collabora oggi con oltre 5.200 i Comuni e 44 milioni i cittadini attivi nella raccolta differenziata dell’alluminio, nell’ambito dell’Accordo quadro Anci-Conai.

Dati che confermano come «il sistema nazionale di gestione degli imballaggi in alluminio negli ultimi anni abbia raggiunto un livello di maturità e di efficienza tali da garantire, in futuro, incrementi qualitativi e quantitativi addizionali, specie nei territori con ulteriori margini di crescita – commenta il presidente di Cial Bruno Rea – La consapevolezza che il processo di sviluppo è ormai irreversibile è data dal fatto che, seppur a macchia di leopardo, le principali regioni del Sud Italia registrano performance crescenti e, a breve, saranno in grado di ridurre il gap con le aree più mature».

Il risultato, vitale per un Paese la cui produzione di alluminio si basa al 100% sul riciclo, ha consentito di evitare emissioni serra pari a 403mila tonnellate di CO2 e risparmiare energia per oltre 173mila tonnellate equivalenti di petrolio, ed è stato reso possibile grazie all’azione combinata di istituzioni, imprese, operatori, cittadini e comuni. «Un aspetto interessante da sottolineare a questo proposito è che, a differenza proprio degli altri Paesi – chiosa Rea – il sistema italiano è basato sulla raccolta e il recupero di tutte le tipologie di imballaggi e non solo su quelle più facilmente valorizzabili in termini economici. Questo è chiaramente un aspetto fondamentale che conferma la capacità del nostro sistema di coniugare al meglio l’efficienza economico-gestionale con la responsabilità socio-ambientale d’impresa».