Ritardi, inefficienze e miopi visioni di parte peseranno sulle nostre vite

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I figli e nipoti e forse non ci sarà più tempo per porvi rimedio

È la frase chiave del discorso tenuto da Draghi in Parlamento. Il suo piano indica, a grandi linee, come spendere 248 miliardi. È per l’Italia qualcosa di molto simile al piano Biden per gli Stati Uniti. Ma c’è tutto quello che servirebbe? Certo che no, Anche il Caffè potrebbe segnalare il bicchiere mezzo vuoto. Non abbastanza per la ricerca di base, quella davvero libera da interessi di mercato, ancora troppi incentivi per i grandi gruppi del digital ed eco business, le riforme, che pure l’Europa pretende, del fisco e della giustizia, appena abbozzate per rinviare lo scontro tra le anime contrapposte della maggioranza.
Ma anche così il piano serve all’Italia, perché le consente di contare di nuovo in Europa. E serve all’Italia Mario Draghi – il manifesto oggi titola “Il piano sono io”- ci serve questo presidente del consiglio mai votato dagli elettori perché – ricordiamocene- la maggioranza 5Stelle Pd è affondata purtroppo sotto i colpi di Renzi e una maggioranza di destra non si è manifestata. Così oggi – e si vede- né destra né sinistra hanno uno straccio di alternativa a Draghi e al suo piano. O ci teniamo questa ricetta o semplicemente ci avviteremmo nella crisi: debito, evasione, corruzione, inefficienza, disinvestimenti.
Ecco allora la destra si inventa un’arma di distrazione di massa. Non osa criticare né l’Unione, né l’Euro né Draghi, accetta Biden dopo aver sognato Trump, ma se la prende col “coprifuoco”, con le precauzioni “cretine” del CTS e con Speranza. Funzionerà? Il sondaggio per Mentana ieri segnalava un più 0,6% a favore della Lega , comunque lontanissima dai fasti delle Europee, e un meno 0,4 per Fratelli d’Italia. Restare aggrappato al governo ma raccogliere firme contro il governo: è l’ultima trovata del Rodomonte, che al Papeete chiese pieni poteri

. L’uomo non capisce niente di epidemia, pensa forse che la catastrofe indiana non ci riguardi e non possa toccarci. Né capisce granché neppure di sondaggi. Quelle mini variazioni giornaliere registrano, infatti, l’indice di presenza il tv e sui social. Ma un altro sondaggio per La 7 spiegava ieri come appena il 19% degli intervistati pensi che le misure del governo siano troppo “prudenti”, il 36 le consideri “adeguate” e il 34% addirittura “insufficienti”.

Il Caffè lo sostiene da tempo: non c’è nelle strade e nelle piazze la rabbia diffusa che talk show e social di destra pretendono. C’è, naturalmente, una profonda preoccupazione per la crisi economica, ci sono molti esercenti che temono di soccombere. Ma è molto forte, in tutti gli strati della popolazione, la consapevolezza che prima bisogna difenderci dal Covid. Che non potrà esserci vera ripresa se terapie intensive e ospedali non avranno posti liberi per la bisogna, Se non diminuirà il numero di morti per Covid e, in modo significativo, l’indice dei contagi. Conte e Letta fanno bene a incalzare Salvini. Incalzandolo fanno un favore a Draghi, ma lo fanno pure al paese. Quando si è a metà del guado, primo farsi traghettare sull’altra riva.

Corradino Mineo