Ronaldo sì, Ronaldo no: le motivazioni decideranno il campionato

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On Air l’episodio n. 18 de “Il Calcio non è un Giuoco”,
il podcast di Massimo Caputi e Adriano Bacconi
NEL SEGNO DI CR7
Settimana piena quella appena conclusa dalla Juventus, con Ronaldo chiacchierato nel bene e nel male: prima la grande delusione dell’eliminazione dalla Champions, con critiche rivolte alla sua prestazione e all’operazione economica che lo ha portato a Torino.
Poi la tripletta al Cagliari, in campionato, in soli 30 minuti.
L’operazione Ronaldo è stata sicuramente danneggiata dalla pandemia, che ha tolto ulteriori risorse per costruire una squadra all’altezza intorno al campione portoghese.
Risultati sportivi che non arrivano, entrate economiche che scarseggiano e svalutazione dei propri asset come Dybala che, oltre al già citato Ronaldo, porteranno la Juventus a fare delle riflessioni al termine di questa stagione.
L’eliminazione dalla Champions non può essere dimenticata con una tripletta contro la quart’ultima in classifica e Cristiano, da qui a fine campionato, deve dimostrare di essere ancora il campione ammirato da tutti.

MOTIVAZIONI E VALORI
Le motivazioni riducono molto spesso il gap esistente tra i valori di due squadre che si affrontano.
È proprio il caso di quest’ultima giornata di campionato. Escluso il Crotone con la Lazio, infatti, chi aveva più fame di punti importanti ha portato a casa i tre punti.
Le motivazioni cambiano di settimana in settimana e la forza di un allenatore sta nell’alimentarle nel modo corretto.
Oltre alle fatiche mentali, però, pesano anche i turni di coppa del giovedì.
Roma e Milan hanno affrontato con meno lucidità e intensità il turno di Serie A appena concluso. La Roma è uscita sconfitta contro il Parma, pagando un atteggiamento presuntuoso e troppo sbilanciato in attacco. La formazione di Pioli, invece, ha perso contro il Napoli dell’ex Gattuso e ha lasciato per strada punti importanti sia in ottica scudetto che quarto posto.

C’ERA UNA VOLTA IL NUMERO 10
Il numero 10 è oggi molto diverso da come lo era una volta. Ora è un centrocampista a tutti gli effetti, non più il classico fantasista.
Durante Milan – Napoli sono scesi in campo forse i migliori interpreti di questo ruolo: Çalhanoglu e Zielinski.
Il polacco del Napoli è stato artefice di una super prestazione, dove ha mostrato grande duttilità tattica nelle due fasi.
Nonostante la riscoperta di questo ruolo, però, l’Inter capolista gioca con un 3-5-2 che non prevede un trequartista classico.
Sembra strano a dirsi, ma nella squadra di Conte è proprio Lukaku che occupa quella posizione durante il primo sviluppo dell’azione e svolge, di fatto, i compiti del trequartista, giocando spalle alla porta e liberando lo spazio per i compagni.