Rotta balcanica: “Operazione Gallery”

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un arresto per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina dal Kosovo.

Questa mattina la Squadra Mobile ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di S.M. cl. 1985, cittadino serbo domiciliato a Trieste, indagato con altri stranieri prevalentemente kosovari (già deferiti alla Procura Distrettuale) all’esito di attività investigative finalizzate alla repressione ed al contrasto del fenomeno dell’immigrazione clandestina sulla c.d. rotta balcanica.

Le indagini sono iniziate nel 2017 a seguito di un incremento delle richieste di protezione internazionale di cittadini di etnia kosovara, spesso accompagnati in Questura da connazionali già inseriti nel tessuto cittadino.

Numerosi i servizi di osservazione e di pedinamento operati sia nel centro cittadino che lungo la fascia confinaria, così come gli scambi informativi con la Polizia Slovena e con gli organi investigativi internazionali, grazie ai quali è stato possibile acquisire notizie in ordine a soggetti operanti in Kossovo.

Nel corso dei mesi è stato accertato che i migranti giungevano in Italia seguendo una rotta che dal Kosovo attraversa la Serbia, quindi la Croazia, fino al confine con la Slovenia; proprio presso tale confine i “viaggiatori” venivano fatti sostare in prossimità di una galleria ferroviaria, da cui il nome dell’operazione.

I migranti, anche in condizioni climatiche avverse e sempre nascosti nel tunnel, restavano in attesa dell’organizzazione del viaggio finale verso Trieste, a cui seguiva il successivo instradamento verso destinazioni in Italia o nel centro Europa.

Anche attraverso l’esame delle conversazioni effettuate con sistemi di messaggistica quale “viber”, presenti sui cellulari sequestrati ai passeur, sono stati ricostruiti ventidue viaggi illegali.

Tra la fine del 2017 ed il 2018, sono stati tratti in arresto in flagranza di reato in distinte occasioni n. 7 cittadini kosovari, indagati nel medesimo procedimento, colti nell’atto di trasportare I clandestini kosovari in ingresso Stato o dall’Italia all’Austria e Francia.