Sci vietato fino al 5 di marzo. Stagione chiusa prima di cominciare

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Si tratta di capire se la decisione di Speranza sia l’ultimo atto del governo Conte (come vorrebbe Salvini, che subito si è messo a sparare su ministro) o il primo di quello Draghi (tesi sostenuta dai giornali, secondo cui il Presidente del Consiglio avrebbe dato il suo avallo). Se è vera la seconda, ci attendono altre restrizioni. Perché virologi ed epidemiologi sono preoccupanti per l’arrivo di varianti molto più contagiose e che potrebbero far impennare la curva dei contagi, delle degenze in ospedale e in terapia intensiva. Un disastro per le persone -anche Covid free. che hanno bisogno di cure. O di prevenzione, come un test per il depistaggio precoce del tumore.
In attesa del programma -Draghi lo esporrà dopodomani in Senato- e della lista dei sottosegretari, i giornali contano chi voterà no alla fiducia. Il partito di Giorgia Meloni: un No ma che cerca di costruire un rapporto con Draghi e promette di sostenere i provvedimenti condivisi. Il No dei 5Stelle dissidenti. Casaleggio dice che sono tanti ma li invita ad astenersi per non rompere con la maggioranza. Grillo, di nuovo protagonista, appoggia Draghi e lo incalza in inglese: “now the environment. Whatever it takes”, ora l’ambiente todo modo.
Nicola Fratoianni ha convocato l’assemblea di Sinistra Italiana pochi giorni dopo il congresso e l’assemblea su sua proposta ha deciso per il no. Ma la senatrice De Petris e il deputato Palazzotto voteranno la fiducia. A questo punto ci si potrebbe chiedere cosa sia Sinistra Italiana. Per la verità, invitato a intervenire al congresso, avevo consigliato loro di tenere separati dibattito sul che fare e tattiche parlamentari. Lasciando briglia lenta a deputati e senatori. Perché pesno che un partito possa vivere se ricostruisce una visione del mondo. Se invece ridurre-a-uno mestieri diversi -Fratoianni il segretario, De Petris che da anni presiede il gruppo misto e si dice ecologista, Palazzotto che difende (lodevolmente) gli interessi di Mediterranea e della famiglia Regeni, la sintesi risulta impossibile.
Nel Pd, deputate e senatrici in rivolta perché non “segnalate” a Draghi per un ministero. Se guardo la lista, trovo almeno un paio di persone inadeguate. Ma sarebbe lo stesso con un ugual numero di pretendenti maschi. Ha ragione Luciana Castellina. L’uomo “ha perso autorità ma non potere”. Le quote (e il doppio voto di genere) non hanno aiutato la parità. Perché non può esistere una sorellanza, che rimetta a posto le cose. Serve che ogni donna imponga a tutti il suo stile, le sue idee e sfidi i leader. E che ogni maschietto combatta i pregiudizi sessuali. Già nel 2016 tante americane non hanno votato per Hilary. Perché prima di essere donna lei era quella donna.
In Catalogna le forze di sinistra hanno conquistato una larga maggioranza. E le forze repubblicane e secessioniste la maggioranza dei seggi. Le due cose non sono sovrapponibili. La “sinistra” riunisce Partito Socialista Catalano, Sinistra Repubblicana di Catalogna, Sinistra anticapitalista catalana e Podemos. Ma Sinistra Repubblicana, Sinistra anticapitalista di Catalogna fanno maggioranza con il partito indipendentista dell’esule, di destra, Puidgemont. Insomma Illa, cabdidato di Sanchez, primo con il 23%, dovrà lavorare a una riforma costituzionale e discutere la liberazione degli indipendentisti messi in prigione. Tra costoro Junkeras, Sinistra Repubblicana di Catalogna, cui sono stati comminati 13 anni senza potergli attribuire un solo atto violento. Oppure non cambierà niente. E la sinistra Catalana proseguirà a vagheggiare la secessione insieme alla destra.

Corradino Mineo