Si è accesa una spietata concorrenza sui vaccini nel più bieco stile neoliberista

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Si accende a livello mondiale la concorrenza tra le case produttrici di vaccini e i vari Stati che tali case sostengono con contributi pubblici.
Siamo di fronte al quadro consueto del sistema economico patologico del neoliberismo, nel quale chi ci rimette è il singolo cittadino.
Il volume di affari ammonta, secondo le previsione economiche, a 150 miliardi di euro annui, e la contesa in ordine ai relativi profitti si è accesa con la questione delle presunte vittime delle vaccinazioni con AstraZeneca. È da precisare al riguardo che AstraZeneca, prodotta dall’Università di Oxford e da un’impresa italiana di Pomezia, è stata finanziata con 100 milioni di euro dal governo inglese, mentre il vaccino che si è maggiormente diffuso, denominato Pfitzer-Bionthec, è stato prodotto da un’impresa americana finanziata dal governo degli Stati Uniti e da un’impresa tedesca a sua volta finanziata dal governo di Berlino.
Notevole è la differenza di prezzo fra i due vaccini, in quanto AstraZeneca costa 2,8 euro a dose, mentre Pfitzer 16 euro a dose.
Ha destato stupore il fatto che sono stati sollevati dubbi sulla validità soltanto dei vaccini AstraZeneca (che avrebbero prodotto una trentina di vittime su svariati milioni di inoculazioni), mentre nulla si è detto di ufficiale sulla sicurezza di Pfitzer. Di conseguenza le vaccinazioni con AstraZeneca sono state sospese temporaneamente e, dopo tre giorni di sospensione, si aspetta per domani la pronuncia dell’Ema sull’esistenza o non di un nesso di causalità fra il prodotto iniettato e il decesso dei vaccinati.
Quello che mi sembra di dover sottolineare è che in questa terribile crisi sanitaria, l’unico vero responsabile non viene assolutamente chiamato in causa e i vari Stati agiscono nell’oscurità non essendo illuminati dalla consapevolezza dell’origine di tutti i mali.
Come più volte ho ripetuto, causa del disastro è stato il lento e ormai completato passaggio dal sistema economico fisiologico e produttivo di stampo keynesiano, che assicurava la tutela degli interessi del Popolo sovrano, al sistema economico patologico, incostituzionale, egoistico e anti-popolare, neoliberista, che protegge i singoli faccendieri privati e le fameliche multinazionali e non considera valori primari la salute e la vita dei cittadini.
Sulla base di questa premessa, la conclusione da trarre è che l’attuale gravissima crisi dell’intero sistema sanitario e farmaceutico potrebbe essere risolta soltanto con l’avocazione agli Stati dell’intero settore sanitario e farmaceutico, in modo da assicurare la tutela degli interessi dei Popoli e non quello dei produttori e degli affaristi.
Soltanto in questa maniera si potrebbe ridare fiducia ai cittadini, ai quali non sfugge la subordinazione degli Stati e dei governi agli interessi degli affaristi e delle multinazionali. In questa situazione non deve stupire che, qualunque sia l’esito che verrà proclamato dall’Ema e dalla nostra Aifa, certamente non si riuscirà a scuotere la sfiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini.
D’altro canto questo ritorno al sistema economico di stampo keynesiano è imposto dal titolo terzo, della parte prima, della Costituzione, che è stata calpestata e vituperata dalle leggi incostituzionali dell’ultimo trentennio. Ma di ciò i politici nostri sembra che non abbiano la minima consapevolezza.
Ne consegue che la scelta tra il vaccinarsi o non è priva di sicuri punti di appoggio e assume la forma dell’assunzione di un rischio. Il che è davvero assurdo per uno Stato che si dichiara democratico e repubblicano.
Un piccolo barlume di rinsavimento appare nell’ultima dichiarazione di Enrico Letta
, il quale, pur essendo un acceso neoliberista, si dice convinto della necessità della funzione sociale della cooperazione tra lavoratori e imprenditori.
È quanto si legge nell’articolo 45 della Costituzione e che per tanto deve essere assolutamente attuato.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione – Associazione di promozione sociale