Sono passati 920 giorni dalla Strage di Genova

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Alessandro Di Battista

I parenti delle vittime del crollo del Ponte Morandi aspettano la revoca delle concessioni da 920 giorni. Qualcuno ha ascoltato il Presidente Draghi parlare della questione? No! Già nel Conte bis c’era chi remava contro la revoca delle concessioni. C’era Renzi e c’era una parte consistente del PD dalla parte dei Benetton. Ora si aggiunge la Lega, si aggiunge la Bonino (sponsor delle privatizzazioni), si aggiunge Forza Italia e si aggiunge Mario Draghi.
Sapete chi furono i responsabili della svendita delle nostre autostrade? Avvenne tutto nel 1999, a cavallo tra i governi Prodi e D’Alema. Con la scusa di mettere a posto i conti pubblici ed entrare nei parametri del Patto di Stabilità (che oggi, tra l’altro, a parole mettono tutti in discussione), progressisti, ex-compagni, ipocriti nostalgici di Berlinguer hanno tradito un Popolo e le battaglie di una vita iniziando un progressivo smantellamento dell’industria pubblica le cui conseguenze sono anche le macerie di Genova. Direttore generale del Tesoro in quegli anni era Mario Draghi – definito da Cossiga “il liquidatore, dopo la famosa crociata sul Britannia, dell’industria pubblica italiana”. Ovviamente anch’egli fu artefice della stagione delle privatizzazioni.
A titolo informativo, nel 2006, i Benetton misero sul piatto un gran bel gruzzoletto di denaro per sostenere i partiti. Ovviamente non guardarono al colore ma ai loro interessi. Presero contributi dai Benetton i DS (antenati del PD), La Margherita (partito fondato anche da Franceschini), il Comitato per Prodi e l’UDEUR di Mastella. 150.000 euro andarono alla Lega, 150.000 euro ad AN (la Meloni era appena stata eletta in Parlamento proprio con Alleanza Nazionale), 150.000 euro a Forza Italia e 150.000 euro all’UDC di Totò Cuffaro e Casini, oggi grandi sponsor del governo Draghi.
I parenti delle vittime della Strage di Genova continuano la loro battaglia. Andrebbero sostenuti. Non credo che il governo dell’Assembramento sarà capace e libero di farlo.