Spirlì: “Zone d’ombra su vaccinazione in Calabria? Basta sparare nel mucchio”

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“La sanità calabrese è una sanità debole, una sanità ferita, che da quasi trent’anni patisce un dramma suo. Abbiamo avuto vent’anni di saccheggi interni ed esterni e undici anni di commissariamento da parte del governo. Da 11 anni il governo si auto schiaffeggia in Calabria, perché se non è riuscito con tutti i commissari che ha mandato a riorganizzare la sanità calabrese, qualche motivo ci sarà. Il primo dei grandi problemi, che ho sottolineato in una lettera al presidente Draghi e a tutti i ministri competenti, è che i saccheggi ultra ventennali in Calabria hanno portato a una voragine nei bilanci, soprattutto di alcune Asp, quella di Reggio Calabria in primis, di Cosenza a seguire e in parte anche quella di Catanzaro, che non potrà mai essere colmata se non da una misura straordinaria del governo”.

“La Protezione civile, con tutti i volontari collegati, – ha aggiunto poi – sta lavorando fin dal primo momento, poi c’è la Croce Rossa e ci sono varie associazioni anche internazionali. In questo periodo stiamo cercando, come direbbe mia nonna, di fare il pane con la farina che abbiamo. Oggi grazie a Dio, su mia richiesta ma con grande disponibilità del generale Figliuolo e del ministero della Difesa, è arrivato l’Esercito, che dopo aver montato l’ospedale militare a Cosenza, qualche mese fa, sempre su richiesta del presidente della Regione, oggi mi ha mandato altri due ufficiali medici e quattro infermieri militari per aumentare il numero dei vaccinatori nella Piana di Gioia Tauro. Nel nuovo piano preparato dal Commissario ad Acta, abbiamo differenziato anche i punti di vaccinazione. Ci sono gli ospedali militari, gli hub, che sono delle grandi palestre con 20/30 postazioni che si stanno attivando in questi giorni, e poi ci sono dei centri di vaccinazione distrettuali, per esempio al centro della Piana ce n’è uno che da oggi raddoppierà il numero delle vaccinazioni, quindi passeremo da 500 a 1.000 o 1.100 vaccinazioni al giorno, per una popolazione di 183mila abitanti. La Calabria si sta organizzando. Figliuolo e Curcio ci sono venuti abbondantemente incontro e stiamo organizzando una vaccinazione che deve essere sempre più di massa Forse bisognerebbe aggiustare un po’ anche le categorie da vaccinare perché ritengo che tutte quelle categorie che da un anno sono esposte al contagio forzatamente, tutti i cassieri e gli operatori della grande distribuzione, dei supermercati, i benzinai, tutti coloro i quali comunque sono obbligati a prestare un servizio però ancora non sono vaccinati”.

“Quando ci hanno detto che bisognava  tenere il 30% delle dosi per garantire il richiamo, quello abbiamo  fatto, per cui non ci spostavamo da quel 70%. C’è stato anche qualche piccolo problema legato all’intervento della magistratura su alcuni territori, perché delle persone si sono lamentate in quanto al 21º giorno non avevano ricevuto il richiamo di Pfizer. Però ho chiesto anche che venga corretta l’informazione, nel senso che Pfizer va poi  richiamato dal 21º giorno ma c’è tempo due mesi. L’ordine dall’alto è poi è stato di cominciare a vaccinare perché di dosi di vaccino ce ne sono. Siamo ad un 78% stamattina”. Così a Start, su Sky TG24 Nino Spirlì, presidente della Regione Calabria.

“Io mi chiedo – ha aggiunto – quelli che hanno fatto il 95 come abbiano fatto, ma va bene così, non  c’è nessuna guerra fra regioni. Questo 78% aumenterà nelle prossime ore perché stiamo aumentando anche le  postazioni e sta aumentando l’arrivo dei vaccini. Il generale Figliuolo, che  è stato qui la settimana scorsa, ci ha garantito una più cospicua dotazione. Abbiamo avuto un  blocco con Astrazeneca, ma questo si è verificato da tutte le parti”.

“Ritengo che questo sparare nel mucchio costante sulla regione Calabria deve anche un po’ finire, è come se la Calabria fosse abitata da due milioni di galeotti”. Lo ha detto a Start, su Sky TG24 Nino Spirlì, presidente della Regione Calabria parlando delle polemiche su presunte ‘zone d’ombra’ relative alla gestione delle vaccinazioni.

“Qui – ha detto – c’è una regione di galantuomini e di donne che lavorano dalla mattina alla sera, la malerba esiste in questa terra come esiste in tutte le terre del mondo, dal Polo Nord al Polo Sud. Ritengo che questo pregiudizio, io che peraltro con i  pregiudizi combatto da quando sono nato, debba veramente finire”.

“Per una questione di cortesia rispondo che non rispondo su Morra. Anche per tutta una serie di atteggiamenti, a partire dalle offese post mortem che il signor Morra ha fatto a uno dei politici più grandi d’Italia, e sicuramente il più grande politico della Calabria, Jole Santelli, che già ne danno un po’ la misura. Poi  tutto quello che ha fatto nelle ultime settimane, negli ultimi giorni, credo che ne abbiano abbondantemente timbrato e siglato la qualità. Non vado oltre, spero e mi auguro che le istituzioni sappiano darsi a tutti livelli delle buone rappresentanze, in questo momento probabilmente la sua non lo è”. Lo ha detto a Start, su Sky TG24 Nino Spirlì, presidente facente funzione della Regione Calabria in merito alla denuncia annunciata dal senatore del  M5S e presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra, nei confronti della sanità calabrese.

“Gli uomini della sanità calabrese – ha aggiunto – stanno facendo veramente tanto, anche dovendo patire spesso delle tirate di giacchetta che sarebbero assolutamente sconsigliate e sconsigliabili in questa fase, perché ogni tirata di giacchetta corrisponde alla cancellazione di un diritto di un’altra persona, soprattutto quando si parla di vaccini. Personalmente avrei mille motivi per andare a fare il vaccino perché sono persona a rischio, per tutta una serie di patologie, e perché vivo con una persona che è a forte rischio, ma siccome rappresento un’istituzione e tutti i miei colleghi hanno fatto una scelta precisa, che è quella giusta, io stesso resto ad aspettare un turno istituzionale che però non è quello personale. Un passo indietro un po’ tutti lo potremmo fare”.