STELLANTIS, OVVERO: NON C’È PIÙ NULLA DA PERDERE!

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La sciagurata idea di una Torino del terziario, prima del turismo ed ora dei servizi avanzati per l’innovazione, è già fallita, annegata nella dipendenza dai debiti post-olimpici, e quindi da banche e fondazioni che ora, padrone della città, pretendono la continua rincorsa ad eventi e mega opere che attraggano investimenti nella “riqualificazione urbana”.
Tutto questo contro i bisogni popolari e le classi subalterne, perché queste “occasioni lavorative” sono inesorabilmente precarie, non possono sostituire strutturalmente l’occupazione nell’industria, e le periferie saranno solo sempre più oggetto di speculazione.
[…] Bisogna promuovere, in questa fase politica segnata da una crisi ricorrente e devastante, un’altra idea di modello economico, da contrapporre nei fatti alla bagarre in atto per l’uso privato dei fondi europei, che ricalca lo schema del massacro sociale già riservato alla Grecia; un’idea di intervento pubblico pianificato con risorse nazionali e finalizzato alle priorità sociali.
Per farlo, occorre spezzare le compatibilità economiche imposte dalla logica del profitto ed in particolare in sede UE, certo: non lo si può fare semplicemente a livello locale. Ma bisogna, intanto, essere dalla parte del popolo; a Torino, sia quando si parla di FIAT che quando si parla di “Parco della Salute”: individuando nel partito trasversale degli affari il vero nemico (altro che TAV, Green Pea, Universiadi o Expo 2035), e costruendo su questo terreno l’accumulazione delle forze necessaria.