Tante domande e una certezza: le rotture di IV

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Navighiamo a vista, del doman non v’è certezza ma queste Festività uniche, e speriamo irripetibili, sono accompagnate da alcuni interrogativi, e da una certezza.
Virus. Allenterà gradualmente la morsa, oppure nel cuore dell’inverno saremo investiti da quella Terza ondata che certi virologi continuano a preannunciare con la stessa voluttà con la quale il dottor Stranamore cavalcava la bomba della Terza guerra mondiale?
Vaccino. Dobbiamo essere fiduciosi sul cronoprogramma annunciato al Fatto dal commissario Domenico Arcuri, secondo cui “in 9 mesi saranno vaccinati il 70% degli italiani”? O, al contrario, dobbiamo dare retta al titolo della Stampa: “Pochi medici e zero formazione: ‘Non sappiamo preparare le dosi’”? (per spirito natalizio di testata voglio credere ad Arcuri, speriamo bene).
Recovery fund. Dai giorni nei quali Giuseppe Conte ritornò raggiante da Bruxelles annunciando i 209 miliardi ottenuti dall’Europa, dopo averli strappati ai cosiddetti Paesi frugali, non abbiamo smesso: a) di associare l’Olanda ai gol di Johan Cruijff, piuttosto che al ghigno del premier Mark Rutte. b) di considerare tutti quei soldi già al sicuro nelle casse del Tesoro. Su Cruijff continuiamo a non avere dubbi mentre sui quattrini siamo proprio sicuri che arriveranno? Oppure, come nella nostra migliore tradizione, li abbiamo già spesi prima ancora di averli in tasca?
A proposito, il governo è consapevole che con gli aiuti a pioggia (e le marchette distribuite qua e là) non si farà che allargare l’ingiusta voragine tra i garantiti (che il 27 del mese possono, comunque, ritirare la busta paga), e i non garantiti (autonomi, partire Iva, commercianti, negozianti) i cui introiti dipendono dal mercato, che non c’è? Prima che tale disparità si trasformi in una drammatica questione nazionale, come s’intende correre ai ripari?
Virginia Raggi. Adesso che dopo anni di calvario è stata assolta nei processi, i 5stelle intendono appoggiare, al più presto e nel modo più convinto, la sua ricandidatura al Campidoglio? Oppure si vuole, da parte dei vertici grillini, ciurlare nel manico dando spazio ai candidati chiacchiere e distintivo, tipo Carlo Calenda?
Queste sono alcune delle tante domande senza risposta che rendono il nostro futuro più incerto che mai. Eppure, nella fitta nebbia che ci avvolge vediamo una luce brillare sicura, una stella polare che ci guiderà nel periglioso cammino. Matteo Renzi non smetterà di rompere.                                                                    di Antonio Padellaro