Terza ondata e chiusura delle scuole?

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Ne ho parlato con Viki Nellas tra i genitori che hanno inviato una lettera al presidente Bonaccini e con Marco Montanarella insegnante precario e sindacalista USB.
I temi emersi sono molti, a partire proprio dalla considerazione che non è possibile, dopo un anno, continuare ad affrontare la situazione come se fossimo in perenne emergenza, come se non avessimo avuto un anno di tempo e l’esempio di altri paesi, come la Cina, per capire come affrontare la crisi sanitaria senza sacrificare sempre gli stessi.
E infatti, esattamente come a marzo 2020, si tornano a chiudere le scuole di ogni ordine e grado, con l’enorme differenza che questa volta le fabbriche e le attività produttive sono rimaste completamente aperte.
Ancora una volta a rimetterci sono gli studenti, i professori e i genitori obbligati al ricatto tra lavoro e istruzione ed è proprio per questo che è necessaria una convergenza su interessi comuni, denunciando le cause che ci hanno portato fin qui: una gestione criminale della crisi pandemica e decenni di tagli e privatizzazioni nei settori pubblici tra cui scuola e sanità.
La scuola è un diritto importantissimo che è stato calpestato per troppo tempo, ora però la situazione dei contagi è oggettivamente fuori controllo e per poter garantire salute e istruzione bisognerebbe fare come in Cina, ci vorrebbe un lockdown generale, fatto una volta sola ma seriamente e garantendo il reddito per tutti, per poter contenere i contagi, ripristinare il tracciare, vaccinare tutti e soprattutto fare investimenti strutturali su scuola e sanità per poter riaprire definitivamente in sicurezza.
È emersa anche la questione della falsa contrapposizione tra istruzione e salute legata al tema dei vaccini, una delle ragioni per cui ieri Potere al Popolo è sceso in piazza in tutta Italia insieme alle altre realtà politiche e sociali che hanno aderito alla giornata mondiale per i vaccini per pretendere “nessun profitto sulla pandemia”!