Tiziano Ferro: “Mi facevo schifo, bevevo così tanto da sfiorare la cirrosi epatica”

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“Mi facevo schifo”, così Tiziano Ferro ha esordito raccontando della sua omosessualità. Ospite nel programma “Verissimo” condotto da Silvia Toffanin, il cantante si è messo a nudo, parlando di un momento molto duro della sua vita, la dipendenza dall’alcol.

“Ho iniziato a bere – spiega Tiziano Ferro – con il primo tour. Pensavo fosse normale per me che ero un timido e complessato. L’alcol è socialmente accettato, per questo è una dipendenza che si mimetizza. Credevo di controllarlo. Fu il mio ex compagno che si accorse della mia dipendenza e dopo tre anni di convivenza mi disse ‘Me ne vado perché hai un problema’. Lì mi sono reso conto che non riuscivo a smettere. Ero terrorizzato, a 34 anni avevo il fegato al limite della cirrosi epatica. Non tocchi mai il baratro, puoi sempre scendere. Andavo in analisi per parlare del coming out, ma non menzionavo il problema con l’alcol. Per colpa dell’intossicazione da alcol, ho fatto anche grandi errori nel lavoro. Mi sono salvato con gli alcolisti anonimi”.

L’artista ha raccontato anche il rapporto con la sua omosessualità: “Quando ho iniziato a scrivere canzoni parlavo del mio dolore e del mio modo di amare. Io mi facevo schifo eppure tante persone mi seguivano. Quando con l’analisi ho rotto questa barriera di mancata autostima, sono rinato ed è arrivato il coming out. Mio papà è figlio di veneti, ha questo stoicismo, un grande lavoratore. A 30 anni volevo cercare una relazione perché non l’avevo mai avuta. Lui mi disse ‘Ma ci mancherebbe, tu sei mio figlio. Se qualcuno ha qualcosa contro di te se ne andasse a quel paese’. Quando a scuola mi bullizzavano, io pensavo avessero ragione