Un giorno qualunque di cronaca della nostra città

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Dopo 8 mesi di fermo riapre la metro Repubblica, anche se a ranghi ridotti con quattro scale mobili su sei. Sembrerebbe una buona notizia: lo sarebbe stata se invece del 26 giugno fosse stata data il 24 ottobre 2018. Anzi, non doveva proprio essere chiusa, non sarebbe dovuto avvenire nessun incidente perché la manutenzione doveva funzionare.
Scontro nel M5S per l’emergenza spazzatura a Roma. La notizia non è nello scontro, ma nei cumuli di immondizia che da mesi crescono nella nostra città: crescita spontanea o sabotaggio come dice Grillo. Questo fa il paio con la congiura dei frigoriferi che la Raggi “denunciò” poco dopo il suo insediamento. Data la quantità di rifiuti che coprono le nostre strade, si può parlare di congiura internazionale. Attendiamo una soluzione, ma non crediamo arriverà mai: pezze emergenziali, ma con questa giunta oltre non si può sperare.
Albero su auto a Piazza Bologna. Salvo il guidatore sulla cui macchina si è suicidato l’albero che prima aveva colpito la tettoia di un banco del mercato della piazza. Fortunatamente è avvenuto di sera, a mercato chiuso. Il verde a Roma è in uno stato disastroso, erba secca e alberi che cadono o che non vengono potati coprendo semafori e illuminazione. Anche su questo, nessuna soluzione all’orizzonte.
Ancora due bus in fiamme. A Porta di Roma e in un deposito alla Magliana. Sembra che il secondo sia doloso, ma un calcolo del Codacons dice che sotto questa giunta ci sono stati 66 casi, 12 dall’inizio dell’anno. Ieri uno sciopero che ha paralizzato la città. Nel frattempo, il tribunale fallimentare ha accettato il piano di salvataggio per ATAC. Attendiamo fiduciosi il rilancio promesso dalla sindaca che annuncia l’arrivo di 227 nuovi autobus (speriamo non come quelli da Israele) e 425 milioni di euro per la metro. Noi crediamo, ma ci piacerebbe vedere anche qualche cambiamento “vero”.
E per finire, articoli sulle periferie il cui stato di degrado è stato segnalato dal Papa. Strano che i nostri governanti non se ne siano mai accorti da soli. Eppure ci vive un terzo della popolazione della nostra città. Oltre i municipi centrali, c’è di più: c’è un modo che chiede di entrare nel terzo millennio.
Ribadiamo quanto detto ieri: ROMA NON SI CHIUDE e Possibile c’è.