Un ritorno a trent’anni fa, agli anni Ottanta

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E, ancor più grave, un ritorno al centro. Come Assessore all’Autonomia e alla Cultura di Regione Lombardia non posso dissimulare il mio disagio di fronte alla riforma dei beni culturali che porta la firma del Ministro Bonisoli. Le autonomie gestionali e amministrative delle realtà museali vengono umiliate, quando non soppresse; le articolazioni ministeriali territoriali perdono potere decisionale; i Segretariati regionali diventano distrettuali, abbracciando territori di dimensioni difficilmente gestibili; il Segretario Generale diventa una sorta di plenipotenziario del Ministro. Di fatto, il governo dei beni culturali viene centralizzato e trasferito in blocco al MiBAC di Roma, con tutto il potere nelle mani del Ministro e del Segretario Generale. La concentrazione dei poteri al centro aumenterà di anni luce la distanza con i territori, le loro esigenze e le loro sensibilità, con le ricchezze storiche e culturali territoriali, che rappresentano un patrimonio dell’intero Paese. Un patrimonio da valorizzare, perchè è una leva per lo sviluppo. L’unica strada da perseguire è la regionalizzazione delle politiche di valorizzazione dei beni culturali, sopprimendo le Sovrintendenze, catafalchi che risalgono agli anni Trenta.
Questa è la via!