Usa, la Camera approva la procedura di impeachment di Trump

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Con una procedura lampo di un solo giorno, la Camera Usa ha approvato la mozione di impeachment contro Donald Trump per incitamento all’insurrezione: per aver incoraggiato i suoi fan ad assaltare il Congresso e impedire la certificazione della vittoria di Joe Biden. A favore 232 deputati, compresi 10 repubblicani (mentre altri 5 si sono astenuti), contro 197. Trump diventa così il primo presidente della storia a finire in stato d’accusa due volte, dopo quella per l’Ucrainagate. La palla passa al Senato La prossima seduta del Senato, la camera che ora dovrà processare Trump, è in calendario per martedì prossimo, il giorno prima dell’insediamento di Biden alla Casa Bianca. Il via libera all’impeachment da parte della Camera a maggioranza democratica era scontato. Per condannare Trump, il Senato ha bisogno di un maggioranza dei due terzi: i seggi nella Camera alta del Congresso sono ora divisi esattamente a metà tra repubblicani e democratici. La cronaca della giornata La speaker Nancy Pelosi, con il suo intervento alla Camera dei Rappresentanti, aveva aperto il dibattito sulla risoluzione di impeachment. La Camera ha approvato – con 221 voti favorevoli e 203 contrari – le regole per il dibattito. Dopo la discussione, ha avuto inizio verso le 22 italiane la vera e propria votazione sulla messa in stato di accusa del presidente per la seconda volta. I repubblicani avevano criticato la speaker Pelosi per aver autorizzato il voto per delega, a causa della pandemia. Ma dopo l’assalto al Congresso della settimana scorsa, molti dei deputati repubblicani hanno usato l’opzione del voto per procura. “Trump pericoloso” Donald Trump “deve andarsene, è un chiaro e immediato pericolo” per la democrazia, ha detto Pelosi, aprendo il dibattito. “”Noi sappiamo che il presidente degli Stati Uniti ha incitato questa insurrezione, armato la ribellione, contro il nostro Paese”, ha detto ancora Pelosi, sottolineando che questo le “spezza il cuore, deve spezzare il cuore di tutti”, Pelosi ha chiesto ai repubblicani di “guardare nelle loro anime ” al momento del voto, e ha concluso il suo intervento affermando che i rivoltosi che hanno attaccato il Congresso non sono “patrioti ma terroristi”. Gop, in 10 per messa in stato di accusa Sono 10 i deputati repubblicani a favore dell’impeachment di Trump. Lo riporta Cnn. L’ultimo ad essersi aggiunto alla lista è il rappresentante Gop Dan Newhouse, di Washington, che ha scritto su Twitter di essere a favore della messa in stato d’accusa. Gli altri sono John Katko di New York, Jamie Herrera Beutler di Washington, Adam Kinzinger dell’Illinois, Fred Upton del Michigan, Liz Cheney del Wyoming, Tom Rice eletto in South Carolina, Anthony Gonzalez eletto in Ohio, Peter Meijer del Michigan e David Valadao eletto in California. McConnell per processo impeachment dopo fine mandato Trump Il leader dei senatori repubblicani Mitch McConnell ha fatto sapere che non intende convocare una sessione d’urgenza della Camera Alta per celebrare il processo di impeachment contro Donald Trump, facendolo così slittare a dopo la fine del mandato. Lo riportano i media Usa. Mitch McConnell ha inoltre scritto in una lettera ai colleghi del partito repubblicano di non aver deciso come votare sull’impeachment di Trump, se la Camera darà il via libera alla messa in stato d’accusa. Biden-Harris: minacce violenze, valutiamo seriamente “Ad una settimana dall’attacco del Congresso da parte anche di terroristi ed estremisti violenti, la Nazione continua a sapere di più della minaccia alla nostra democrazia e possibile altre violenze nei prossimi giorni, sia nella capitale che nel resto del Paese”. E’ quanto si legge una dichiarazione di Joe Biden e Kamala Harris dopo che il presidente eletto ha partecipato ad un briefing con “alti funzionari dell’Fbi e del Secret Service”. “Questa è una minaccia che il presidente eletto e la sua squadra stanno prendendo in modo incredibilmente serio”, conclude la nota. Trump: no alla violenza In un video diffuso dopo la seconda messa in stato d’accusa Donald Trump condanna “inequivocabilmente” la violenza dell’assalto al Congresso e scarica i rivoltosi. Quindi lancia un messaggio sulle potenziali minacce di proteste armate a Washington in vista del giuramento di Joe Biden, ammonendo contro “la violenza, la violazione della legge e i vandalismi”. Infine attacca Big Tech, che ha bloccato i suoi account social, parlando di assalto senza precedenti alla libertà di parole. in tutto il video trump non menziona mai la messa in stato di accusa, ne’ la spaccatura del partito Repubblicano Pompiere arrestato Intanto, agenti dell’Fbi hanno arrestato in Florida un vigile del fuoco che ha partecipato all’assalto al Congresso: si chiama Andrew Williams, era apparso in una foto mentre indicava l’insegna dell’ufficio della Speaker della Camera Nancy Pelosi. Williams è stato sospeso dal dipartimento dei Vigili del fuoco e messo a riposo senza stipendio. Suicida sostenitore Si è suicidato, con un colpo d’arma da fuoco al petto, uno dei sostenitori di Donald Trump, Christopher Stanton, arrestato dalla polizia di Washington in seguito all’assalto al Congresso lo scorso 6 gennaio con l’accusa di ”entrata illegale in una proprietà pubblica” e violazione del coprifuoco imposto nella capitale americana. Secondo l’Atlanta Journal-Constitution, il corpo dell’uomo, 53 anni, originario dello stato della Georgia, è stato trovato nella sua abitazione, a Alpharetha. Timori per l’insediamento Intanto proseguono i preparativi per la cerimonia di insediamento di Biden. I 15.000 agenti della Guardia Nazionale a Washington saranno in parte armati, e il Secret Service sta allestendo una maxi-operazione di sicurezza per blindare la città. Il timore è di nuove proteste violente: almeno 16 gruppi, di cui alcuni armati, si sono fatti avanti per manifestare.