Vicino/lontano 2019, il tema del “contagio”

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UDINE – Vicino/lontano 2019, il tema del “contagio” come un suggestivo filo rosso anche per gli appuntamenti “in Libreria” che propongono grandi novità e anteprime nazionali, riservate alla quindicesima edizione del festival, in programma a Udine dal 16 al 19 maggio. Proprio in questi giorni esce il libro inchiesta della giornalista Floriana Bulfon, vittima di molte intimidazioni e adesso sotto scorta: per Bur Rizzoli pubblica “Casamonica, la storia segreta. La violenta ascesa della famiglia criminale che ha invaso Roma” (pp 304, € 16). Porta Furba, Vermicino, Tor Vergata, Cinecittà, Quadraro e poi Tor Bella Monaca, fino al confine dell’autostrada per Napoli. Dalla cronista che meglio di tutti ha indagato sulla “Famiglia” venendo minacciata, la prima inchiesta sulla storia criminale del momento, che coincide in modo inquietante con la storia di Roma degli ultimi trent’anni. Floriana Bulfon presenterà il libro a vicino/lontano venerdì 17 maggio (ore 18, Libreria Moderna Udinese) in dialogo con la giornalista Luana De Francisco.

Direttamente legato al tema del contagio è il romanzo d’esordio di Jonathan Bazzi, milanese, classe 1985: nel 2016 decideva di fare outing sulla sua sieropositività e adesso la sua storia è al centro di “Febbre”, prova narrativa d’esordio edita da Fandango (216 pp, 16,50 €). Una prima volta letteraria attesa e potente, una storia dei nostri giorni perché questo “figlio” della periferia milanese – Rozzano, o per dirla come lui, ‘Rozzangeles” – nel 2016 aveva 31 anni quando, un giorno qualsiasi di gennaio, iniziò a manifestarsi una febbre che non voleva saperne di passare. Sabato 18 maggio, alle 16, nella Libreria Moderna Udinese Jonathan Bazzi presenterà il suo libro in anteprima, dialogando con il libraio e presidente dell’associazione Librerie in Comune di Udine Remo Andrea Politeo. Ripercorrerà a Udine il d-day che ha cambiato la sua vita con la diagnosi della sieropositività: ci accompagnerà indietro nel tempo alla ricerca della sua storia, nel paese dei tossici, degli operai, dei tamarri, della gente seguita dagli assistenti sociali, dove le case sono alveari e gli affitti sono bassi. Di sapore autobiografico, legato al dramma dell’esilio e allo spaesamento che ne consegue, è anche il primo romanzo tradotto in italiano dello scrittore e poeta bosniaco Božidar Stanišić, che nella raccolta di racconti “I buchi neri di Sarajevo” aveva trovato la forza, e le parole, per raccontare i giorni di un assedio tristemente memorabile della storia contemporanea, e gli orrori di una guerra fratricida che ha dilaniato le genti dell’ex Yugoslavia. “La giraffa in sala d’attesa” (Bottega Errante, 360 pp € 15,30) titola il romanzo che l’autore presenterà in anteprima a vicino/lontano 2019 venerdì 17 Maggio (ore 20.30, Oratorio del Cristo), conversandone con Maurizio Mattiuzza e Alice Parmeggiani. Un libro fatto di relazioni familiari, dialoghi serrati che raccontano un universo altro, il rapporto con la lingua madre e con la terra d’origine, l’accoglienza e l’integrazione.

Due le anteprime nel segno della filosofia: a cominciare dal saggio di Pier Aldo Rovatti, padre del “pensiero debole”: per la Collana 180 in anteprima al festival domenica 19 maggio (ore 11.30 – Oratorio del Cristo) presenta “Le nostre oscillazioni. Filosofia e follia” (Collana 180, Edizioni Alphabeta Verlag 96 pp € 12), un’edizione riveduta e aggiornata de “La follia in poche parole”, a quasi vent’anni dalla sua prima stesura. L’autore riprende in mano il problema con un titolo che sottolinea e rilancia l’importanza del dubbio e indica l’arte dell’oscillazione per non cedere all’inerzia di un pensiero che crede di aver già raggiunto il proprio equilibrio. Un agile saggio per riaprire il capitolo sull’importanza della follia come tratto soggettivo non confinabile nell’universo terapeutico e per rilanciare quel pensiero critico alimentato dalla filosofia alla fine del secolo scorso, e poi abbandonato a vantaggio di un pensiero unico della “normalità” fondato essenzialmente sul potere. Uno dei massimi pensatori della filosofia del XX secolo, Ludwig Wittgenstein, è al centro della nuova pubblicazione Mimesis “Wittgenstein. Lezioni di psicologia filosofica” (pp 190, € 15,30). Un’anteprima preziosa perché per la prima volta porta in Italia le celebri lezioni di Cambdrige tenute da Wittgenstein sui cosiddetti “concetti psicologici”, dal concetto di dolore a quello del pensiero, attraverso gli appunti di uno dei suoi più illustri allievi, Peter T. Geach, a lungo ordinario di logica all’Università di Leeds. Appunti che ci permettono di vedere Wittgenstein all’opera e che testimoniano come per lui fare lezione equivalesse letteralmente a pensare, con le incertezze e le esitazioni, ma anche con le sorprese e le scoperte che il pensare comporta. Il lettore è introdotto nel laboratorio di un grande filosofo ed è aiutato a confrontarsi con molte questioni e interrogativi – dal problema delle altre menti alla questione del rapporto tra vedere, pensare e interpretare – che sono ancora oggi al centro del dibattito filosofico e scientifico. A vicino/lontano la prima presentazione con i filosofi Luigi Perissinotto e Luca Taddio, domenica 19 maggio alle 16, alla Libreria Feltrinelli.

Di estrema e urgente attualità si preannuncia la presentazione del nuovo numero di Limes, la rivista diretta da Lucio Caracciolo: il massimo esperto italiano di geopolitica, membro del comitato scientifico di vicino/lontano, terrà la sua attesa lezione magistrale giovedì 16 maggio, alle 21 nella ex Chiesa di San Francesco – “Il contagio del passato: l’Italia ha (ancora) un futuro?” – sul tema di un’Italia paralizzata da antiche emergenze e divisioni interne proprio quando servirebbe una forte assunzione di ruolo nei confronti del mondo esterno e sempre giovedì 16 nella sede della Fondazione Friuli alle 17 scandirà il countdown verso le euro-elezioni con la presentazione di “Anti-europei”, il numero di Limes che prospetta gli scenari legati alla disfida fra euro-scettici ed euro-supporters. All’incontro, con il direttore Lucio Caracciolo interverranno Tiziano Bonazzi e Maurizio Maresca, coordinati da Guglielmo Cevolin.
Pure di grande attualità, anche se si tratta di un’intervista pubblicata a 15 anni dalla scomparsa del gesuita belga Jacques Dupuis, è il libro “Il mio caso non è chiuso. Conversazioni con Jacques Dupuis”, edito da EMI – Editrice missionaria italiana, scritto dal giornalista irlandese Gerard O’Connell tra il 2002 e il 2004. Un faccia a faccia con l’ultimo “eretico”: Jacques Dupuis fu sostenitore della teologia del pluralismo religioso e per questo messo sotto indagine dalla Congregazione per la dottrina della fede di Joseph Ratzinger. Sosteneva Dupuis che le religioni non cristiane sono da ritenersi «vie di salvezza» per i non cristiani in nome dell’unicità salvifica di Gesù Cristo. Per cinque volte il Vaticano invocava l’autorità di Giovanni Paolo II sulla decisione di «incriminare» la prospettiva di Dupuis, salvo poi ricredersi ogni volta dopo i chiarimenti di quest’ultimo. Dupuis fu messo sotto accusa da Ratzinger e dai suoi consulenti – gli attuali cardinali Bertone, Amato, Ladaria, ma anche mons. Fisichella, mons. Crociata e altri – per le «ambiguità dottrinali» e «opinioni pericolose» che oggi sembrano invece assonanti con la visione del dialogo interreligioso di papa Francesco, gesuita come Dupuis. Il libro sarà presentato a vicino/lontano venerdì 17 maggio (ore 17.30, Libreria Einaudi) da Pierluigi Di Piazza in dialogo con Giancarlo Bosetti, direttore dell’associazione Reset Dialogues on Civilizations e autore della prefazione.

Info www.vicinolontano.it