15 agosto 1975, esce “Amici miei”: 50 anni di una leggenda fatta di zingarate e supercazzole

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Compie 50 anni un capolavoro del cinema italiano, Amici Miei, che nell’estate del 1975 arrivava nelle arene proprio per Ferragosto in anteprima, in attesa di uscire ufficialmente nelle sale nell’ottobre dello stesso anno.

Dissacrante e feroce toscanità, misto di sarcasmo, ironia e cinismo, un film diventato un “Cult” come si dice oggi, il regista Mario Monicelli, ereditò il progetto dall’amico Germi ormai molto malato, e poi gli sceneggiatori Leo Benvenuti (fiorentino) e Piero De Bernardi (pratese), firme del film insieme allo stesso Germi e a Tullio Pinelli. Fu proprio Germi a chiedere a Monicelli di “completare il lavoro”, salutando la compagnia con la frase (leggenda o verità? Non lo sapremo mai) “Amici miei, ci vedremo, io me ne vado” che poi suggerì il titolo.

Ma dopo 50 anni la pellicola continua a raccontare ancora molto dell’Italia e degli italiani, un film che ha influenzato il modo di parlare perfino dei giovani che all’epoca non erano nemmeno nati.