PIL – Prodotto Interno Lordo di Giovanni Sabatini (Direttore Generale dell’ABI)

0
174

Tratto da “ Lessico Finanziario “ di Beppe Ghisolfi – ARAGNO Editore

Sin da giovanissimi veniamo a conoscenza di una serie di sigle (il termine più corretto è acronimi): BMW, DVD, CAP, WI-FI e tante altre. Ce n’è un’altra, che s’inizia ad ascoltare presto, ma il cui significato rimane un po’ oscuro: PIL. La sentiremo ripetere probabilmente per tutta la nostra vita adulta, dagli organi d’informazione ma anche nelle discussioni tra familiari e amici, ed è bene capirne il significato perché si tratta di una materia importante. PIL significa letteralmente Prodotto Interno Lordo ed è l’indicatore più diffuso riguardo alla ricchezza nazionale. Indica l’insieme di beni e servizi che uno Stato produce durante un certo periodo di tempo, un mese, un trimestre, un anno. Si parla quindi di PIL italiano, PIL tedesco, PIL cinese ecc. Il termine contiene una precisa indicazione geografica: il riferimento è a quello che viene prodotto all’interno dei confini indicati. Se un’azienda straniera produce in Italia, il PIL italiano ne deve tenere conto; al contrario, se un’azienda o un lavoratore italiano realizzano prodotti all’estero, non vanno considerati. Per questo è definito interno.

A partire dal PIL si calcola il reddito medio dei cittadini: il rapporto fra PIL e numero degli abitanti indica il reddito procapite. Il valore del PIL non è fisso, ma cambia costantemente in base all’andamento dell’atti- vità economica: in tempo di crisi la ricchezza prodotta è stazionaria o si contrae, mentre in fase espansiva il PIL cresce. Gli istituti centrali di statistica misurano costantemente il suo andamento e comunicano mensilmente se il PIL è aumentato o diminuito. Si tratta di una indicazione importante, perché permette di comprendere se la ricchezza della nazione sta crescendo o si sta ridu- cendo. Dopo due trimestri consecutivi di calo, un Paese viene considerato in recessione.

I Paesi con il PIL più alto sono attualmente quelli appartenenti al G7 – Gruppo dei Sette, del quale fanno parte storicamente i Paesi più industrializzati, che sono Stati Uniti, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia e Canada – e quattro grandi Paesi che hanno registrato un significativo sviluppo negli ultimi anni: Cina, Russia, Brasile e India. Alcune di queste nazioni sono molto popolate, altre hanno un numero relativamente basso di cittadini. Queste ultime, fra cui l’Italia, hanno un reddito pro-capite molto più alto.

Sono state formulate diverse critiche al PIL, perché ha effettivamente diversi limiti. Questo indicatore non tiene conto di tutte le attività realizzate a titolo gratuito che in realtà sono importanti per un Paese e la sua economia, come il volontariato; non valuta in alcun modo dell’impatto positivo o negativo che le attività produttive hanno sulla società e l’ambiente; non dà nessuna indicazione su come il reddito sia effettivamente distribuito nella popolazione, ignorando se alla crescita della produzione si accompagni una diffusione del benessere fra i cittadini. Nel tempo sono stati proposti diversi indicatori alternativi, fra i quali l’indice di sviluppo umano utilizzato dalle Nazioni Unite. Tuttavia non è ancora stato trovato un accordo su un indicatore comunemente accettato. Al contrario, molti indicatori relativi ai conti dello Stato, come il debito pubblico e il deficit sono considerati pro- prio in rapporto al Prodotto Interno Lordo.