NON LASCIAMO SOLI I GENITORI DEI BIMBI DISABILI

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Sono stufo di vedere il presidente della Regione che dà pacche sulle spalle ai Vigili del fuoco sotto il ponte Morandi o quando facciamo servizio a Natale

Ma poi da assessore alla Sanità non fa nulla per risolvere questi problemi e se chiamiamo la sua segreteria veniamo rimbalzati. Ne va della
qualità della vita dei nostri bambini e di tutte le nostre famiglie”.
Questa è la testimonianza di un genitore lasciata oggi all’agenzia di stampa Dire. La persona in questione è un esempio: parla per sé, ma allo stesso tempo rappresenta il pensiero di tante madri e tanti padri costretti ad attese infinite per le visite ai loro figli. Queste persone si rivolgono direttamente a Toti: “dacci delle risposte”, gli dicono. Ma il “presidentissimo” con delega alla Salute non ha nemmeno il buon gusto di presentarsi in Consiglio regionale per andare invece a fare propaganda alla stazione di Principe – come avvenuto ieri e come abbiamo denunciato subito noi della Lista Sansa –, figuriamoci ascoltare i cittadini.
Non si scherza su certe cose. Sulla salute dei cittadini, in primis. Quando poi parliamo di bambini, sarebbe il caso che Toti permettesse ai genitori di essere ascoltati e facesse qualcosa per loro.
Il caso specifico riguarda le liste di attese infinite per le terapie ai bambini con disabilità. “Prima del Covid – spiega il genitore – per ottenere la visita che certificasse la disabilità servivano mediamente 30 giorni: con lo scoppio della pandemia, la visita non è più necessaria e basta un passaggio di carte interno al sistema sanitario pubblico, ma invece che snellirsi i tempi sono di fatto raddoppiati”.
Allo stesso modo, si sono allungate le tempistiche per il riconoscimento degli aiuti previsti dalla legge 104, passate da quattro a sei mesi. Altro problema è stato il cambiamento di impostazione nella fornitura delle prestazioni pubbliche. “Prima i bambini nella fascia da zero a tre anni avevano una priorità, ora la lista è unica e viene data priorità solo a chi ha disabilità più gravi e aspetta da più tempo”.
E in attesa che scorrano le graduatorie, che cosa succede agli altri bambini? “Chi ha i soldi si paga le terapie private- spiega il genitore- ma tante famiglie non possono permetterselo, non si può più andare avanti così”.
Il genitore ha due richieste precise per Toti e lo chiediamo a gran voce anche noi: “Ripristini la lista doppia, con una graduatoria riservata ai bambini più piccoli e più fragili, e aumenti il personale delle Asl per recuperare i ritardi delle pratiche, garantendo la presa in carico di più bambini dai servizi sociosanitari pubblici, in modo da accorciare e sfoltire le liste d’attesa”.

Ferruccio Sansa