Draghi continua ad essere il principale candidato per il Colle

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La partita per il Quirinale deve ancora cominciare, ma fra i partiti è già stallo. I nomi in campo – per tatticismo o per semplice assenza di opzioni valide – si contano sulle dita di una mano e nessuno di essi, al momento, sembra poter prevalere.

Il Partito Democratico sembra puntare le sue fiches sul presidente del Consiglio, Mario Draghi che, tuttavia, salendo al Quirinale lascerebbe sguarnito Palazzo Chigi, con il rischio di precipitare il Paese alle elezioni. Da qui il ‘lodo’ Letta: il segretario Pd ha proposto una doppia candidatura, per il Quirinale e per Palazzo Chigi, da mettere in campo con la più larga maggioranza possibile. Rimane da capire su quale nome si potrebbe convergere.

Difficile trovare un profilo ‘alla Draghi’ capace di tenere le briglie del governo in un anno cruciale come promette di essere il 2022, con il Pnrr da attuare, la sfida al Covid ancora nel vivo e, non ultimo, il dossier della riforma del Patto di Stabilità europeo.

Da questo punto di vista, l’ipotesi di eleggere un tecnico vicino a Draghi a Palazzo Chigi – si era fatto il nome del ministro dell’Economia, Daniele Franco – non sembra convincere tutti. Si tratterebbe, infatti, di quel “semipresidenzialismo di fatto”, viene fatto notare nel centrosinistra, “evocato mesi fa dal ministro Giancarlo Giorgetti“. Si ragiona, quindi, su un nome politico.