L’ipotesi di escludere la Russia dal sistema dei pagamenti internazionali era già stata avanzata nel 2014, dopo l’annessione della Crimea, e in seguito accantonata. E l’operazione non appare, oggi, più praticabile di allora.
Secondo persone al corrente della questione citate dal quotidiano tedesco Handelsblatt, l’ipotesi di Stati Uniti e Unione Europea sarebbe nuovamente tramontata per il timore di destabilizzazione dei mercati finanziari internazionali nel breve termine, e per il rischio del sorgere di un’alternativa al sistema che regola le transazioni internazionali non più guidato dall’Occidente.
Una soluzione alternativa all’esclusione della Russia dal sistema Swift, per Washington e Bruxelles, potrebbe essere quella di misure mirate contro le grandi banche russe, nel caso di un’aggressione di Mosca: l’eventuale inserimento degli istituti finanziari russi in una black list di Washington avrebbe ripercussioni simili a quelle di un’esclusione dal sistema Swift, secondo l’Economist, ma senza minare l’architettura finanziaria mondiale.


