La lotta funziona se concorrono tutti, non solo forze dell’ordine e istituzioni.
Ci vogliono repressione e prevenzione, ma senza la forza di chi lavora il risultato sarà sempre parziale». Questo il commento del prefetto di Firenze Valerio Valente all’indomani dell’allarme lanciato dal procuratore generale Marcello Viola in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario che ha definito le mafie tradizionali come una «presenza ormai strutturata, stabile e consolidata» in Toscana.
«Dobbiamo ulteriormente elevare la soglia di attenzione» ha proseguito il titolare della prefettura, specialmente in considerazione del «fiume di denaro che arriverà nel nostro Paese e nella nostra regione nei prossimi anni grazie ai fondi europei. E gli imprenditori devono essere il primo argine contro la criminalità organizzata, soprattutto in un momento così difficile come quello che stiamo attraversando: «Sono loro i protagonisti di questa partita».
E, confermando la grande abilità di adeguamento e di rigenerazione delle mafie oggi, assicura che «le risposte dello Stato ci sono» e che «l’attività di prevenzione con Confindustria e Camere di commercio è fondamentale per tenere al riparo i settori produttivi più aggredibili come il comparto turistico-alberghiero» e il recente settore della gestione dei rifiuti soprattutto dopo l’affidamento alle prefetture del censimento delle aziende. «Un passaggio importante», spiega il prefetto, «ora le prefetture stanno completando gli elenchi, tutte le imprese dovranno poi dotarsi di un piano di smaltimento dei rifiuti e ciò consentirà di fare un monitoraggio del settore a cui aggiungere il controllo sugli appalti».
E rivolgendosi idealmente a tutti gli imprenditori li esorta ad «affidarsi ai canali legali, agli strumenti che offre la legge e non cercare la soluzione apparentemente più facile, quella che arriva con una borsa piena di soldi e sembra offrire la salvezza. Certe dinamiche opache non portano da nessuna parte. Le scorciatoie non pagano mai».


