La regola del doppio mandato per combattere la politica professionista ed il rifiuto dei rimborsi elettorali per dar seguito al referendum popolare sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Poi l’elezione diretta dei parlamentari della Repubblica e lo stop ad ogni forma di finanziamento pubblico ai giornali.
Poi vennero i compromessi. Alcuni accettabili altri dannatamente al ribasso. Vennero le relazioni istituzionali, l’attaccamento alle poltrone mascherato da senso di responsabilità, l’abuso di decreti legge avallato da chi chiedeva la democrazia diretta, un’ammucchiata di governo avallata da quel movimento che non voleva allearsi con nessuno. Vennero le pacche sulle spalle a Casini, le telefonate a Confalonieri, le riunioni con Gianni Letta. Venne l’ignobile “Conticidio”
Questi sono fatti. Al netto di conquiste purtroppo via via smantellate dal governo dell’assembramento (dalla legge anti-corruzione al super-bonus) le ragioni per le quali venne fondato il M5S sembrano essersi perse nei palazzi romani. Il Movimento, d’altro canto, non è nato per diventare un PD buono. Nacque per rovesciare la piramide, per garantire licenza di incidere a chi pensava, come disse Mark Twain, che “se votare facesse qualche differenza non ce lo lascerebbero fare”.


