Di Battista: “Il M5S non è nato per sostituire un potere con un altro”

0
44

In principio furono i v-day, le leggi di iniziativa popolare, i referendum propositivi, il politometro per verificare gli arricchimenti dell’establishment politico

La regola del doppio mandato per combattere la politica professionista ed il rifiuto dei rimborsi elettorali per dar seguito al referendum popolare sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Poi l’elezione diretta dei parlamentari della Repubblica e lo stop ad ogni forma di finanziamento pubblico ai giornali.

Poi vennero i compromessi. Alcuni accettabili altri dannatamente al ribasso. Vennero le relazioni istituzionali, l’attaccamento alle poltrone mascherato da senso di responsabilità, l’abuso di decreti legge avallato da chi chiedeva la democrazia diretta, un’ammucchiata di governo avallata da quel movimento che non voleva allearsi con nessuno. Vennero le pacche sulle spalle a Casini, le telefonate a Confalonieri, le riunioni con Gianni Letta. Venne l’ignobile “Conticidio”

. Poi venne Mario Draghi e le promesse di eleggerlo Presidente della Repubblica. Vennero gli abbracci a Rosato, autore di una legge elettorale contro la quale il M5S scese in piazza. Venne la banalità del potere e con essa la perdita di consensi.

Questi sono fatti. Al netto di conquiste purtroppo via via smantellate dal governo dell’assembramento (dalla legge anti-corruzione al super-bonus) le ragioni per le quali venne fondato il M5S sembrano essersi perse nei palazzi romani. Il Movimento, d’altro canto, non è nato per diventare un PD buono. Nacque per rovesciare la piramide, per garantire licenza di incidere a chi pensava, come disse Mark Twain, che “se votare facesse qualche differenza non ce lo lascerebbero fare”.

Non nacque per sostituire un potere con un altro e neppure per barattare posizioni di potere personale in cambio della più bieca restaurazione”… Se volete trovate il mio ultimo pezzo in edicola su TPI