Il Pd teme l’effetto “Quirinale” sulla legislatura

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Una veduta esterna della sede del Partito Democratico in Largo del Nazareno nel giorno della direzione nazionale, Roma, 3 maggio 2018. ANSA/FABIO FRUSTACI

La parola d’ordine al Nazareno è stabilità: il Partito Democratico osserva con preoccupazione quanto avviene nel M5s, dopo la sentenza di Napoli che ne ha azzerato di fatto i vertici.

Ma non solo. A preoccupare è il quadro complessivo di frammentazione e lacerazione all’interno dei partiti e nelle coalizioni, spiegano dal quartier generale Pd, dove la speranza è che “si possa risolvere presto e in modo ordinato questa fase” post Colle.

Il Partito democratico, è il ragionamento, in questa fase è sempre più una sorta di ‘centro di gravità permanente’ del governo Draghi. Per questa ragione i dem sperano che “questo scenario post Colle” possa trovare al più presto un punto di caduta tale da “rendere proficuo l’ultimo anno di legislatura”.

Il rischio da scongiurare è “che questo stato di lacerazione possa vanificare l’appello del Presidente della Repubblica” sul quale i dem hanno chiesto di aprire una sessione parlamentare. A scandagliare i dirigenti del Pd emerge la stessa preoccupazione, unita al rispetto per le dinamiche che riguardano un’altra forza politica.

Ma anche a un certo stupore per quanto sta avvenendo: “Si tratta di un unicum nella storia della Repubblica“, ossserva un parlamentare di primo piano sottolineando che mai, prima di oggi, gli organi di vertice di un partito erano stati azzerati da un tribunale in sede civile. In passato ci sono state dispute sulla proprietà dei simboli di questo o quel partito, seguite a scissioni talvolta traumatiche. “Ma in questo caso”, osservano dal fronte dem, “non c’è niente di tutto questo: un semplice atto amministrativo sospende l’intero statuto di un partito”.