Sono alcuni dati della ricerca “Più fragili dopo la tempesta?”, promossa dai sindacati dei pensionati Spi Cgil Lombardia, Fnp Cisl Lombardia e Uilp Uil Lombardia e condotta tra luglio e settembre 2021 su oltre mille lombardi tra i 65 e gli 85 anni. Gli ultra 65enni in Lombardia sono circa 2,3 milioni e aumentano al ritmo di 40 – 50 mila all’anno. Contando anche la fascia di popolazione che supera gli 85 anni, si calcolano oltre 400.000 (oltre il 15%) persone con problemi di non autosufficienza. Si tratta soprattutto dei cosiddetti ‘grandi anziani’, che abitano da soli e che spesso hanno bassi livelli di istruzione.
Tra gli aspetti più problematici c’è l’accesso all’abitazione: un anziano su tre riporta la presenza di ostacoli, anche lievi – come gradini o porte strette, che rendono difficoltosa la deambulazione a casa propria. La solitudine è percepita maggiormente dagli anziani che vivono nei piccoli centri, mentre si riduce per esempio a Milano, nonostante la quota di anziani che vive da sola nel capoluogo sia maggiore della media regionale.
E proprio il capoluogo lombardo emerge come una realtà a parte: qui gli anziani vivono più spesso in affitto che altrove, ma sembrano essere un po’ più autonomi anche grazie a relazioni, trasporti e supporti più densi rispetto al resto della regione.
Gli uomini escono molto di più delle donne anziane e chi è più istruito esce e socializza di più. E mentre l’83% degli aiuti ricevuti proviene da familiari, oggi di fronte ai nuovi bisogni causati dall’emergenza pandemica, i familiari sono riusciti ad offrire un’azione di supporto solo nel 49% dei casi. Da qui la conclusione del rapporto: la pandemia ha reso più fragile chi lo era già.



