“Se ti gettano olio bollente, ti difendi con le margherite?”, queste le parole di Matteo Salvini in merito ai pestaggi avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere due anni fa. In sostegno degli agenti della polizia penitenziaria, un sostegno sicuramente giusto per chi indossa la divisa, per chi onora i giuramenti militari in un’epoca priva dell’amore per la Patria.
Ma difendere chi ha contribuito a quella che la magistratura italiana ha definito una vera e propria mattanza non ha nessuna logica, così come durante un’intervista fuori l’istituto penitenziario “F. Uccella”, di Santa Maria Capua Vetere ha parlato della Campania come terra di camorra per cui bisognava difendersi.
La Campania è una delle regioni più belle d’Italia, il mare, la storia, la pizza, il babà e tanto altro. Puntare il dito contro la delinquenza senza un piano per contrastarla o per creare un’alternativa è un po’ come quando a scuola alla lavagna si dividevano i buoni dai cattivi messi all’angolo, sui ceci, senza spiegazioni, senza alternativa.
A parte la passarella politica, cosa ha fatto Matteo Salvini per gli agenti della polizia penitenziaria?
Sono sotto organico, stanchi di gestire altre situazioni che non gli competono come quella sanitaria che fa acqua da tutte le parti, costretti ad uno stress psicologico senza eguali. Cosa ha fatto concretamente, la solidarietà va bene solo se seguita a riforme e fatti, non parole. Ormai di Salvini è rimasto solo il suo colore preferito, il verde, questa volta senza speranza.
Emanuela Belcuore – UNIONE CATTOLICA
