Il sindaco e la sua assessora Alfonsi non riescono proprio a liberarsi delle 2.600 tonnellate di tal quale prodotto ogni giorno dai romani in quattro mesi di amministrazione. Mentre i tre Tmb a disposizione – l’impianto di Ama a Rocca Cencia e i due di Manlio Cerroni a Malagrotta – da soli non bastano.
Così la coppia Gualtieri&Alfonsi si vede costretta a prorogare gli accordi in essere per non ritrovarsi sommersa dalla monnezza. Mentre resta da sciogliere il nodo sulle modalità di trattamento e smaltimento dell’indifferenziato e comincia a montare la protesta dei territori per le folli scelte sui due biodigestori, sui due impianti per il multimateriale di carta e plastica e sulla discarica di servizio che sorgerà in città, la maggioranza si spacca e alcuni consiglieri sono sul piede di guerra.
Rimane solo una certezza: la regione Abruzzo continuerà a salvare Roma. Fino al 31 luglio i rifiuti indifferenziati prodotti sul territorio comunale andranno infatti fuori dalla Capitale, negli impianti di trattamento meccanico biologico in provincia de L’Aquila e di Chieti: la montagna zingarettiana ha di nuovo partorito il topolino! E, come nel più banale dei giochi dell’oca, grazie all’inerzia regionale si torna sempre dal via”.



