Purtroppo però in determinate situazioni si rischia di semplificare realtà complesse e stratificate. E’ il caso della crisi ucraina e della narrazione alla quale stiamo assistendo nelle ultime settimane, narrazione secondo la quale da una parte c’è Putin, il pazzo, l’aggressore, l’invasore, e dall’altra c’è l’Ucraina, dietro alla quale c’è l’Ue, la Nato e gli Usa. Premetto che secondo me il 90% delle persone che parlano oggi della situazione che stiamo vivendo, dovrebbe tacere perché non ha gli strumenti per valutare il più oggettivamente possibile la situazione, una situazione magmatica in costante divenire dove è difficile verificare le informazioni e distinguerle dalla propaganda.
Chiarisco subito di essere dalla parte del popolo ucraino, per l’indipendenza e la sovranità delle democrazie. Ma come ha detto anche l’Anpi (che la resistenza l’ha fatta e che di certo non può essere tacciata di essere filoputiniana), accanto alla condanna della guerra di Putin e dei crimini di guerra che la Russia sta compiendo in Ucraina, bisogna essere cauti sull’espansione della Nato a est e, sì, anche sull’invio di armi a Kiev. Dalla caduta del muro di Berlino (1989) che ha sancito la fine della guerra fredda e lo scioglimento dell’Unione Sovietica (1991), il rapporto di reciproca sfiducia tra Washington e Mosca, non si è mai sanato. E una serie di azioni (se non vogliamo chiamarle provocazioni) negli anni 2000 da parte degli Stati Uniti non hanno di certo disteso gli animi (vedi la guerra in Iraq nel 2003; la crisi del 2007 dopo la proposta statunitense di installare basi di difesa missilistica in Polonia e Repubblica Ceca, nonché la prospettata creazione di basi militari in Romania e Bulgaria; la guerra in Ossezia nel 2008 e l’accordo sullo scudo antimissile tra USA e Polonia; la crisi di Crimea nel 2014).
Questa è storia contemporanea e su questi fatti bisogna riflettere. Non sono un sostenitore di Putin, non sono un antiamericano. Ma, anche se l’invio di armi a Kiev non viola l’articolo 11 della Costituzione, credo che mandare armi abbia solo l’effetto di gettare benzina sul fuoco ed esporre la popolazione ucraina a un bagno di sangue, che è esattamente il contrario di quello che tutti in cuor nostro ci auguriamo. Infine penso che tutte le parti debbano essere disposte a lasciar andare qualcosa e a fare un passo indietro per trovare un accordo di pace.



