NAZIONI UNITE, LA MOZIONE USA-ALBANIA CONTRO IL REGIME RUSSO RIUNIFICA I BALCANI, SERBIA COMPRESA

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L’assemblea plenaria dell’ONU ha approvato, con il voto favorevole di 141 Paesi, l’atto di risoluzione che condanna l’aggressione di Putin all’Ucraina e invoca l’immediato ritiro delle truppe di Mosca dai territori occupati. Il Premier albanese Edi Rama: “Risultato storico, Russia del tutto isolata, gli Stati balcanici si sono espressi in modo unitario”

Mentre per Putin si prospetta l’incriminazione per genocidio presso la Corte penale internazionale, nel Palazzo di vetro dell’ONU l’assemblea plenaria delle Nazioni Unite si è espressa con voto massimamente coeso sul testo del provvedimento di risoluzione presentato da Stati Uniti d’America e Albania – ossia i due Paesi copresidenti del tavolo di gestione della crisi ucraina – per condannare l’atto di aggressione militare del regime russo contro Kiev e invocare l’immediato ritiro delle truppe moscovite dai territori occupati.

Sono 141 i Paesi che hanno sostenuto la mozione anti-Putin, e tra di essi viene in risalto la Serbia, Nazione la cui storica vicinanza alla Russia è nota ma che in questa specifica occasione, di strategica importanza per gli equilibri globali, ha votato a favore del documento con una decisione che, non soltanto formalmente, sancisce una riunificazione d’intenti nella complessiva e un tempo frammentata area balcanica occidentale.

Un risultato, questo, il cui alto valore è evidenziato dal Primo Ministro albanese e leader socialista Edi Rama, che da sempre – ossia fin dal proprio primo insediamento nel 2013 alla guida del Governo (oggi Rama ter) del Paese delle Aquile – si è dichiarato favorevole allo sviluppo di iniziative congiunte con i vicini di Kosovo, Macedonia del Nord e Serbia per la realizzazione di un unico spazio di coordinamento intergovernativo e di cooperazione a partire dalle priorità economiche, turistiche e commerciali da realizzarsi sotto i diversi aspetti amministrativi, fiscali e di semplificazione doganale.

Parallelamente, in una propria dichiarazione ai mass media locali, l’ex Ministra della Difesa Mimi Kodheli, alta dirigente del Partito socialista di Tirana e attuale Vicepresidente dell’Assemblea parlamentare della NATO, ha ribadito l’alto livello di sicurezza internazionale di cui l’Albania gode in virtù della propria strutturale appartenenza all’Alleanza Atlantica e alla coalizione diplomatica e militare Occidentale.

L’onorevole Kodheli, ricordando gli eccellenti risultati del Governo Rama in relazione alle recenti politiche di accoglienza di un certo numero di rifugiati dall’Afghanistan – attuate in sinergia con l’Amministrazione statunitense e caratterizzate da un perfetto livello di integrazione e inserimento sociale – ha confermato che analoga iniziativa sarà assunta a favore di cittadini di nazionalità ucraina costretti alla fuga dai bombardamenti russi. Prime manifestazioni di disponibilità in tal senso sono giunte da alcuni albergatori e famiglie albanesi.

“Non voltiamo le spalle dall’altra parte”, ha più volte detto il Capo del Governo del Paese delle Aquile, proprio nel periodo in cui si è celebrato a Lezha, importante centro storico culturale dell’Albania del Nord, il Memoriale del Patriota Skanderbeg che ha riunito la Comunità albanese e albanofona dalle Nazioni vicine e dalla Diaspora internazionale.

Dir. politico Alessandro ZORGNIOTTI