TORINO – Il padre fondatore del grande popolo salesiano – missionari, sacerdoti e figlie di Maria Ausiliatrice – sparso in tutto il mondo, è San Giovanni Bosco, venuto al mondo in una famiglia di contadini in frazione Becchi di Castelnuovo (AT) il 16 agosto 1815. A 9 anni il Santo ha un sogno premonitore: “Non con le percosse ma con la mansuetudine e la carità guadagnerai tanti ragazzi alla preziosità della virtù “
Inizia così ad operare fin da giovanissimo, riunendo intorno a sé i coetanei, intrattenendoli con le acrobazie imparate da un circo e riferendo loro le prediche ascoltate in chiesa. Il primo oratorio ante
litteram è organizzato da Giovanni nella cascina Moglia. Nel 1829 incontra don Calosso e studia gratuitamente il latino; purtroppo il generoso parroco muore subito dopo, nel 1831; ciononostante il suo giovane allievo in soli 4 anni completa gli studi elementari e ginnasiali, pagandoli con i mestieri più vari. Giovanni Bosco studia poi al seminario di Chieri dal 1835 al 1841: chi avesse avuto bisogno di
radersi la barba o la chierica, ricorreva a Bosco.
Successivamente fonda a Chieri per i ragazzi la Società dell’Allegria e in quel seminario il 5 giugno 1841 viene ordinato sacerdote. Va poi a Torino, dove studia teologia morale, iniziando quindi il suo apostolato nella chiesa di San Francesco d’Assisi. Nasce l’Oratorio che ben presto diventerà troppo piccolo, allora cerca e trova una nuova struttura a Valdocco (ospedale Santa Filomena) in cui una stanza viene trasformata in cappella dedicata a Francesco di Sales (da qui l’appellativo “salesiano”che resterà per sempre), grazie alla generosità (mai sufficientemente ripagata dai torinesi) della serva di Dio Juliette Colbert marchesa di Barolo. Dal 1846 al 1852 alla struttura viene aggiunto un internato per studenti e artigiani.
“Chi non è totalmente povero è fuori da questa casa”. Nell’anno scolastico 1854/1855 Giovanni
inaugura il primo “regolamento” della sua “opera” per giovani artigiani, i quali dovevano avere dai 12 ai 18 anni, essere orfani di padre e madre oltre che totalmente poveri ed abbandonati. Il 25 novembre 1856 mamma Margherita vola in cielo, ma per ben 2 volte prima di spirare scaccia Giovanni dalla sua camera: “Va’ mio caro Giovanni, allontanati, perché mi addolora troppo vederti così afflitto”. E solo dopo il suo allontanamento spira, confortata dall’altro figlio, Giuseppe, e da don Alasonatti. Pio IX incontra Giovanni Bosco a Roma nel 1858 e benedice la nascente Congregazione Salesiana che ben presto crescerà e si svilupperà moltissimo.
Nel 1875 parte la prima spedizione missionaria salesiana a Buenos Aires. Nel 2007 i missionari in tutto il mondo sono 17.000, a cui si aggiungono 16.000 figlie di Maria Ausiliatrice, fondate nel 1872, per la gioventù femminile.
Il Santo fu gran lavoratore, anche se il fisico non era molto robusto e la sua salute cagionevole; in compenso abbondava di energie spirituali che lo confortarono per tutta la vita, sopperendo a quelle materiali, mai sufficienti. Fu scrittore ed editore con molte pubblicazioni e libri messi in commercio, tra cui spicca il Bollettino Salesiano, pubblicato in 56 edizioni, 20 lingue, in 135 Paesi.
Giovanni Paolo II lo definì “Padre e maestro della gioventù”; ebbe una filosofia educativa improntata su tre principi “di prevenzione”: religione, ragione ed amorevolezza. Realizzò anche, con le questue raccolte in tutta Italia ed all’estero (Francia) la costruzione del Tempio del Sacro Cuore a Roma. Nel 1886 fu a Barcellona (Spagna) dove, in un terreno che gli era stato donato costruì un Santuario anch’esso dedicato al Sacro Cuore. Morì a Torino i1 31 gennaio 1888. Fu beatificato i1 2 giugno 1929.
Bibliografia (non esaustiva):
– San Giovanni Bosco – Domenico Agasso – San Paolo, 2005;
– Vita di San Giovanni Bosco – G.B. Lemoyne – S.E.I. editore, 1969;
– Don Bosco, una biografia nuova – Teresio Bosco – L.D.C. 1979;
– Continuare Don Bosco – Ispettoria Salesiana Subalpina – 1979;
– I santi nella storia – periodici San Paolo, Milano, 2006;
– 1888 – 1988: Centenario della morte di San Giovanni Bosco – Ines
Poggetto e Giuseppe Ferrero, dattiloscritto, 1988.
Franco Cortese Notizie in un click



